ppena sceso dal treno che nel tardo pomeriggio di ieri lo ha portato da Bologna a Napoli, Simone Verdi è sorridente, scherza con i compagni e si scambia pacche sulle spalle. È un attimo e l’attaccante di Donadoni viene letteralmente accerchiato dalla polizia (circa una ventina di agenti) che deve scortare la squadra fino all’autobus che li condurrà in hotel. Una sorta di piccola scorta privata per un giocatore che una settimana fa avrebbe potuto ricevere a Napoli ben altra accoglienza. In realtà di tifosi azzurri non si vede neanche l’ombra. Chissà, forse sono tutti in attesa per oggi. Può essere davvero questo il momento giusto per l’accoglienza di fuoco a chi ha rifiutato la chiamata di Sarri ringraziando il Napoli e aggiungendo che la sua volontà era quella di restare ancora a Bologna.
Questo spiegamento di forze dell’ordine e qualche flash dei fotografi accorsi alla stazione di Napoli, però, non lascia impassibile Simone Verdi, ragazzo notoriamente riservato a restio a ogni genere di apparizione mediatica. È per questo che dopo un paio di minuti si gira verso i compagni che gli sono accanto nella camminata lungo il binario e dice «Ma cos’è?». Immancabile stupore per un’accoglienza fatta su misura per lui. È un attimo, certo, poi due passi verso sinistra, come se volesse rientrare e calciare al limite dell’area di rigore, e si smarca anche dalla scorta.
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