«Ma una cosa è certa: non è il San Paolo la soluzione finale» così il patron Aurelio De Laurentiis a Il Mattino a proposito della struttura di Fuorigrotta. Il presidente – questa volta – sarebbe davvero intenzionato a lasciare il San Paolo nel giro di 2-3 anni. Don Aurelio sembra stufo ma soprattutto consapevole che a Fuorigrotta sarà sempre molto, molto difficile avere lo stadio dei sogni per i tifosi, ma soprattutto redditizio per la Società di cui è proprietario. Parole che riaccendono l’eterno scontro con il Comune e il sindaco Luigi de Magistris. Se è un bluff, quello del presidente, ma non ne ha l’aria, lo si scoprirà a stretto giro. Il San Paolo è oggetto di lavori che dureranno un paio di anni grazie a un mutuo contratto dal Comune – che è il proprietario dell’impianto – con il Credito sportivo di 25 milioni. Al momento il Napoli gioca a Fuorigrotta con autorizzazioni che vengono date a ogni gara, nella sostanza, manca la convenzione che regolare il rapporto tra la Ssc Napoli e Palazzo San Giacomo. Cosa significa? Il Comune si aspetta – a fronte di lavori così massicci ai quali si aggiungeranno anche quelli per le Universiadi – che De Laurentiis firmi una convenzione lunga in modo da ammortizzare il mutuo che è corposo. Vale a dire almeno per una decina di anni. In questi giorni si fa professione di ottimismo a Palazzo San Giacomo, e lo stesso assessore allo Sport Ciro Borriello ha dichiarato di recente che la convenzione è prossima alla firma. Un ottimismo che già nel recente passato non ha trovato conferme, stando almeno a quello che trapela spesso dal quartier generale della Società. La speranza è che la querelle si risolva al più presto perché il Napoli non può giocare a certi livelli senza la certezza che Fuorigrotta sia il suo fortino. Insomma, la convenzione è un banco di prova per verificare lo stato dei rapporti fra le parti mai sereni e sempre ingarbugliati. «Ultimamente il sindaco alò riguardo ha dichiarato che le relazioni istituzionali «sono in miglioramento». Dopo le parole di De Laurentiis come stanno le cose? Il Patron sullo stadio è stato duro: «A Napoli – ha dichiarato nell’intervista a Il Mattino – devo aspettare che maturino certe opportunità per decidere se trasformare il San Paolo in uno stadio modello, con tutti gli ostacoli burocratici che ne deriverebbero, o se invece costruire un nuovo impianto, per esempio a Bagnoli, una volta effettuata la bonifica». Poi De Laurentiis torna all’estate di due anni fa quando il Comune bocciò il suo progetto di restyling dell’impianto firmato dall’architetto Gino Zavanella: «Dopo aver offerto un finanziamento di 35 milioni, più altri 40 milioni per costruire spazi commerciali, devo ringraziare il sindaco e il consiglio comunale di avere bocciato la mia proposta. Avrei buttato tutti questi soldi senza fare crescere più di tanto il Calcio Napoli». Il Presidente sul mutuo contratto dal Comune è sferzante: «Dubito fortemente che quelle somme serviranno a cambiare il San Paolo».
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