Luigi De Magistris e Clemente Mastella sono stati a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, ma neppure uno sguardo si sono riusciti a scambiare. O meglio, neppure uno sguardo si sono voluti scambiare. Troppa gente di mezzo, troppa confusione. Si sono ignorati, ecco. Con il Napoli che è stato assai accorto nell’assegnare i posti nella tribuna vip ed evitare contatti pericolosi.
Uno ora è il sindaco di Napoli e l’altro è quello di Benevento ma dieci anni fa, di questi tempi, uno era un sostituto procuratore di Catanzaro che indagava sull’altro, Guardasigilli del governo Prodi. «È iniziato tutto da lì, lui è stato quello che per primo mi ha messo sulla croce. Le indagini della procura di Santa Maria Vetere, da cui sono stato assolto pochi giorni fa, arrivano dopo le sue. E dal suo procedimento sono stato assolto quasi subito, da un Gup. Non mi importa di vederlo, non mi importa di incontrarlo, non voglio stringergli la mano. Non l’ho visto allo stadio, non l’ho incrociato, non so manco se c’era. Ma pure se lo avessi visto, comunque non lo avrei visto…». Mastella va via presto, quando Mertens ha appena trasformato il rigore del 5-0: «È troppo una sofferenza continuare a stare qui». Da primo cittadino di Benevento è deluso, non poco, dalla prestazione della squadra sannita. Anche se l’animo azzurro non può che gioire. Da ex ministro di Grazia e Giustizia non dimentica, però. E avere a pochi passi De Magistris, l’ex pm che lo accusò, non deve essere stato facile «Lo vorrei perdonare, cristianamente è un obbligo per me. Ma almeno vorrei che prima o poi mi chiedesse scusa».
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