Arriverà oggi o chissà, forse domani, la decisione della Prefettura sul Maradona day, vale a dire il via libera alla kermesse del 5 luglio per il conferimento della cittadinanza onoraria al Pibe de oro. Ma niente può essere dato per scontato né in senso positivo né negativo. Quello che è certo è che i dubbi della Questura sul tema della sicurezza e sull’organizzazione dell’evento persistono e se possibile crescono a poco meno di 5 giorni dall’evento. E la sensazione che ci si trovi nel bel mezzo di un melmoso pasticcio cresciuto con il lievito del rimbalzo delle responsabilità è netta. Così come netta è la sensazione che questo pasticcio sia figlio dell’approssimazione con la quale il Comune si stia avvicinando all’evento. Non è bastato – del resto – a chiarire la situazione il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di mercoledì e la riunione in Questura di ieri. Manca – nella sostanza – il piano del Comune, tanto che oggi i tecnici di Palazzo San Giacomo su – diciamo così – stimolo della Questura, dovranno fare un sopralluogo in Piazza Plebiscito per chiarire quante persone potranno partecipare alla festa e comunicarlo tanto alla Questura quanto alla Prefettura. Ci sarà poi un’altra riunione a Palazzo di governo e quindi si avrà il semaforo verde o rosso. Un passaggio necessario perché nessuno sfugga alle proprie responsabilità. Palazzo San Giacomo – per dirla tutta – in base alla circolare firmata dal capo della Polizia Franco Gabrielli il 25 maggio per le manifestazioni dove sono previste migliaia di persone, non ha fatto ancora la sua parte, quella della safety. Per safety – giusto per chiarire – si intendono tutte quelle misure che vanno dalle barriere antipanico agli steward, che devono garantire la salute di chi partecipa alla manifestazione; mentre la security, la sicurezza, ovvero le misure contro male intenzionati o atti terroristici è materia delle forze dell’ordine.
Per capire come la confusione e la stizza di chi deve badare proprio all’ordine pubblico siano a livelli di guardia, basta raccontare un episodio accaduto ieri in via Medina: «Chi è l’organizzatore dell’evento del 5 luglio?» la domanda posta al vicesindaco Raffaele Del Giudice. C’è voluto tempo e pazienza per avere una risposta. Gelato il numero due di Palazzo San Giacomo al quale qualcuno aveva raccontato che tutto il pacchetto della serata era in mano ad Alessandro Siani, l’attore comico napoletano. Ma Siani – non presente in Questura ma rappresentato da qualcuno che gli è vicino – è solo il direttore artistico della manifestazione. Dopo un conciliabolo – diciamo così – tra tecnici – il buon Del Giudice è stato in grado di dire che sì, l’organizzatore dell’evento è il Comune di Napoli. Del resto l’autorizzazione per l’utilizzo della piazza la deve dare il Comune, la cittadinanza onoraria è una benemerenza che concede il Comune, chi altri poteva essere titolare della festa se non Palazzo San Giacomo?
La riunione di ieri non ha sdoganato l’evento, ma almeno è servita per capire chi deve fare cosa e come, tenendo presente che il tempo è strettissimo. «Chi entrerà in piazza Plebiscito dovrà essere trasparente – ammonisce il questore Antonio De Iesu – ci saranno rigorosi controlli e prefiltraggi con metal detector e cani antiesplosivo, per garantire la sicurezza di tutti». Fin qui siamo ancora nell’ordinaria amministrazione, ma è il passaggio sul ruolo del Comune molto significativo: «Oggi – spiega De Iesu – faremo un sopralluogo in piazza, perché i piani di sicurezza si devono testare sul campo. Individueremo dove posizionare il palco, i corridoio trasversali per evitare una eccessiva concentrazione di persone e quanti steward dovranno fornire gli organizzatori». E ancora: «Al centro di tutto il nostro impegno – racconta il questore – c’è la sicurezza dei cittadini non l’idea di imporre restrizioni alla partecipazione a un evento. Al netto dei corridoi e del palco, l’ufficio tecnico del Comune di Napoli dovrà dirci la superficie che resta disponibile per calcolare quante persone potranno entrare in piazza, seguendo la regola delle tre persone per metro quadrato». Come dire che a poco più di cento ore dall’evento ancora non si sa quanti potranno accedere alla piazza. All’interno della piazza – chiarisce De Iesu – «non si potrà portare vetro, né qualsiasi tipo di fuochi d’artificio». La Questura ha pronti dieci agenti della polizia scientifica «che saranno tra la folla con degli smartphone e una rete internet dedicata che ci trasmetterà in tempo reale la situazione della piazza. In più in posizione dominante ci saranno altri agenti con videocamere che controlleranno la Piazza dall’alto della Prefettura e di Palazzo Reale».
Torniamo all’organizzatore, al Comune, e all’altra querelle che vede protagonista sempre Palazzo San Giacomo ma questa volta il dirimpettaio è Alessandro Siani. Solo nel tardo pomeriggio di ieri, dopo l’ennesimo vertice tra l’attore e l’assessore allo Sport Ciro Borriello c’è stata una schiarita, perché si è rischiato la rottura sul filo di lana. A Siani – il solo fatto che qualcuno abbia potuto pensare a lui come organizzatore dell’evento – è sembrata una triste barzelletta. L’attore non a caso continua a essere sostanzialmente muto sull’evento, pur essendo il direttore artistico, e colui che organizzò l’anno scorso il riuscito spettacolo con Diego al San Carlo. Siani aspetta una delibera di Palazzo San Giacomo con la quale si chiariscano bene i ruoli. Atto che la giunta avrebbe pure già approntato ma che alla luce degli ultimi eventi potrebbe vedere delle modifiche importanti. «Siamo in ritardo ma alla fine ce la faremo» dicono in Comune. Staremo a vedere se davvero tutto è risolvibile, giova ricordare – tuttavia – che a oggi lo stesso Maradona non ha ricevuto nessun invito da parte di Palazzo San Giacomo come sottolineato dal suo assistente Stefano Ceci.
Altro tema non secondario è chi paga cosa. Atteso che Siani si sarebbe preso in carico la parte che riguarda gli ospiti, vale a dire gli artisti che si alterneranno nella serata, resta aperto il tema di tutto il resto. Il palco, le transenne, gli steward e compagnia bella sono in carico al Comune in quanto organizzatore della manifestazione. «Non tireremo fuori un euro» insistono da Palazzo San Giacomo, ma ne servono 150-200mila per attrezzare Piazza del Plebiscito. Chi li mette? È in atto una fiduciosa ricerca di un sponsor da parte del Comune, un fronte sul quale si respira molta fiducia. E questo perché Maradona, inutile sottolinearlo, tira e non dovrebbe essere difficile trovare qualcuno che metta soldi. Chissà forse la kermesse potrebbe essere trasmessa da qualche televisione che garantirebbe i finanziamenti necessari.
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