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Il Mattino – Juve, scontro all’Antimafia: il legale bianconero accusa il deputato napoletano Di Lello

Il legale bianconero ha ricordato la presenza di un boss a bordocampo al San Paolo

Juve-Napoli anche lontano dai campi, addirittura nell’aula della Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi. Il quotidiano on-line Huffington Post ha rivelato un retroscena – secretato – dell’audizione dell’avvocato Luigi Chiappero, legale della Juventus. Mercoledì scorso era stato convocato per fornire chiarimenti sui rapporti tra il presidente del club Andrea Agnelli e capitifosi della curva dello Juventus Stadium, presunti boss della ndrangheta, sulla base del materiale fornito dalla Procura di Torino. Chiappero avrebbe attaccato il deputato Marco Di Lello, segretario della Commissione e presidente del Comitato mafia e sport, invitandolo a non fare processi alla Juve perché lui, napoletano, doveva (ma qual era il nesso?) ricordare l’episodio accaduto nel 2010 al San Paolo, quando il boss Antonio Lo Russo fu fotografato a bordocampo durante Napoli-Parma. Tra i rilievi mossi dall’onorevole Di Lello, sempre secondo quanto riferito dall’Huffington Post, c’erano la presenza dell’ex allenatore Conte a una cena di tifosi organizzata dal legale della famiglia di Rocco Dominello, figlio di un esponente della ndrangheta. Momenti di forte tensione durante l’audizione, poi c’è stato il chiarimento, anzi le scuse dell’avvocato Chiappero a Di Lello, come ha precisato il deputato durante un’intervista nel programma «Linea Calcio» dell’emittente napoletana Canale 8. Pur non entrando nei dettagli dell’audizione («Si tratta di una parte secretata»), il segretario della Commissione ha sottolineato: «Non consento a nessuno di accusarmi di napoletanità, peraltro eravamo in un luogo istituzionale come ho avuto modo di dire all’avvocato. L’Italia è un paese di curve ma non sono accettabili queste insinuazioni. Non è possibile prendersela con me se la Procura di Torino apre un’inchiesta sulla Juve e non sul Napoli. Stiamo analizzando intrecci in base ai quali esisterebbe una sorta di patto tra la Juve ed esponenti della ndrangheta: questo sarebbe inaccettabile. Noi abbiamo un obiettivo chiaro: liberare gli stadi dalla criminalità organizzata e dal tifo violento. Mi auguro che questo sia un obiettivo comune, anche per le società calcistiche. Non so se questo abbia dato fastidio, sia chiaro che non mi faccio intimidire da nessuno e sono orgoglioso di essere napoletano. Ho ricevuto le scuse, per me la vicenda è finita. Nel corso dei lavori della Commissione è emersa la fondatezza delle nostre preoccupazioni, andremo avanti ascoltando il presidente federale Tavecchio e i presidenti delle Leghe. Il primo obiettivo è eliminare il bagarinaggio, attraverso cui si finanziano l’acquisto di droga e si sostengono le famiglie dei carcerati. Noi lavoriamo a tutto campo». Presto in Commissione dovrà recarsi il presidente Agnelli.

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