La trasformazione di Hamsik, meno brillante in fase offensiva ma indispensabile per l’equilibrio della squadra. Marek fa fatica a segnare e a spaccare le difese ma la manovra passa sempre per lui, gioca numerosissimi palloni e si sacrifica in fase di non possesso. Certo, il capitano non vive il suo momento migliore, le sue prestazioni non sono quasi mai andate oltre la sufficienza però la sua presenza si avverte sempre. A differenza dei suoi periodi al top difetta in lucidità ma lo slovacco resta l’unico centrocampista che consente al Napoli di mantenersi corto e svolge le due fasi con la stessa incisività.
Bloccato a 114 gol, a una sola rete dalle 115 di Maradona, il recordman della squadra azzurra: un traguardo che gli continua a sfuggire. Un solo gol finora, quello contro il Cagliari: Hamsik non era mai partito così male nei precedenti dieci anni di Napoli ed è questo il dato più negativo di questi primi tre mesi. E poi colpisce qualche errore di troppo in impostazione, qualche passaggio sbagliato in più del solito: in generale una minore brillantezza ma la consueta umiltà nei ripiegamenti.
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