Come scrive l’edizione odierna de Il Mattino, la rete di Hamsik contro il Cagliari è uno spot per il calcio e un’esaltazione della bellezza. Undici tocchi con altrettanti giocatori diversi, qualcosa di mai visto prima. Qualcosa di unico, che lo stesso Sarri ha saputo commentare solo con una battuta. “Peccato che non l’abbia toccata anche io”. L’artista che riconosce la sua opera e che ne è veramente fiero. Anche se “qualcosa va sempre migliorato”, il Napoli visto alla Sardegna Arena ha toccato apici di bellezza più unici che rari. “Il Napoli sta vivendo una nuova dimensione, da Transavanguardia. Oggi grazie al lavoro di Sarri, sinonimo di armonia di gruppo, finalmente la città parla con il noi e non più con l’io”: così all’Ansa Achille Bonito Oliva, critico d’arte e appassionato della formazione partenopea.
Ma il gioco – al di là del gol in sé – è una ricerca continua della perfezione. Lo si apprezza quando Mertens, terminale offensivo della squadra, preferisce quasi sempre l’appoggio per il compagno che si inserisce da dietro, al tiro in porta. Rappresenta il vertice più alto della squadra, ma non per questo l’unico terminale offensivo. Perché il bello di questo Napoli sta proprio qui. I giocatori sanno sempre cosa devono fare e quando farlo, dando la continua impressione di non andare mai in affanno.
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