Fra diritti tv e governance, non c’è pace nella Lega Serie A, attesa lunedì da un’assemblea che rischia di diventare fiume. In cima all’ordine del giorno c’è il canale della Lega, che rappresenta la soluzione alternativa se dovesse ancora finire male l’asta dei diritti tv del triennio 2018-2021, ma è in coda il piatto forte: le nomine, inserite martedì nell’ordine del giorno per allontanare il commissariamento della Figc, con una mossa non condivisa da tutti i venti club del massimo campionato.
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha dato tempo fino all’11 dicembre, quando scadrà l’incarico del commissario della Lega, Carlo Tavecchio. Non c’è ancora intesa sui nomi. Per la presidenza, il numero 1 della Lazio Claudio Lotito sosterrebbe il generale della Finanza Ugo Marchetti, classe 47, dopo aver proposto il magistrato Raffaele Squitieri, sei anni più anziano, già alla guida della Corte dei Conti. Profili non graditi a quei dirigenti che invece pensano a una figura più fresca, complementare e in grado di lavorare in sintonia con l’amministratore delegato, il nuovo manager esecutivo introdotto dallo statuto riformato durante il commissariamento.
Per l’ad si parla di un manager straniero di Procter&Gamble, del Cfo di Hsbc, Marzio Perrelli, e dello stesso ad di Infront, Luigi De Siervo. Con ogni probabilità lunedì non verrà eletto nessuno. E con il tempo cresce il fronte delle società non particolarmente avverse al commissariamento della Figc, a patto che serva a riformare il sistema, a cominciare dal peso elettorale della Serie A.
Lunedì è attesa almeno la delibera sul nuovo bando, varato ieri dalla commissione diritti tv, con dettagli da limare nel fine settimana. L’obiettivo è aprire le buste a metà dicembre (il target resta un miliardo di euro a stagione) e assegnare entro Natale i cinque pacchetti, che seguono l’impianto del bando andato a vuoto a giugno, con alcune novità sostanziali, anche in quelli accessori, secondo indiscrezioni.
Fra le novità prospettate dall’advisor Infront ai club, c’è l’interesse, non solo di broadcaster e agenzie, ma anche di soggetti finanziari come fondi di investimento: acquisterebbero l’intero prodotto per rivenderlo, anche riformulando i pacchetti. A sentire i rumor, nella partita potrebbe rientrare l’ex presidente di Infront Italy, Marco Bogarelli.
fonte: ilmattino
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