«La cosa più bella della giornata? L’urlo liberatorio di De Laurentiis quando gli ho comunicato la notizia». Mattia Grassani è un avvocato felice: «In vicende come queste non puoi mai essere sicuro di nulla, ma io ero tranquillo perché conosco la pulizia del Napoli e la correttezza dei suoi calciatori». Ieri è riuscito a convincere la Corte di Giustizia Federale.
Cosa è cambiato fra la sentenza di primo e di secondo grado?
«E’ cambiato che le contraddizioni e la scarsa credibilità di Gianello sono venute fuori con maggiore chiarezza. D’altro canto, anche la Procura di Napoli aveva manifestato perplessità sulla credibilità di quelle accuse tanto è vero che ha provveduto ad archiviare».
Alla fine, ha vinto la vostra linea difensiva.
«Non è una vittoria ma l’epilogo logico di una vicenda paradossale. Era evidente che il caso non prevedeva mediazioni, colori tenui: o era bianco o era nero. Il vincitore è De Laurentiis che ha immediatamente deciso di andare avanti, di affrontare i due gradi di giudizio, di non patteggiare».
Qual è la morale?
«Che nella logica del doppio grado ci può stare che una sentenza venga ribaltata in appello. E bisogna dare atto alla Corte Federale di aver operato con grande serietà non appiattendosi sulla sentenza della Disciplinare».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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