Assistito dal suo avvocato Eduardo Chiacchio, ex calciatore napoletano da sempre esperto in materia di diritto sportivo, Matteo Gianello si è presentato davanti ai procuratori federali poco dopo le 18. Ha parlato per quasi due ore con quattro sostituti: Lucarelli, Sanzi, Mormando e Mattei. L’avvocato Chiacchio aveva una copia del verbale dell’interrogatorio di tredici mesi fa, quello dei magistrati napoletani all’ex portiere del Napoli. Una copia anche nelle mani dei quattro vice di Palazzi. «Mi riporto al verbale», ha più volte detto Gianello, confermando quanto aveva dichiarato sulla partita Samp-Napoli del 16 maggio 2010 e sul tentativo di combinarla dietro pressione di due ex compagni, Giusti e Cossato, conosciuti ai tempi del Chievo. Ha parlato solo di quella partita, non di Lecce-Napoli e di Napoli-Inter del campionato successivo, alle quali aveva fatto vaghi riferimenti un anno fa. «Giusti e Cossato insistevano, spesso a loro dicevo cose non vere per levarmeli da torno». Pressione psicologica, quella che Gianello avverte anche da quando la storia della tentata combine è diventata nota. È stato a Napoli per l’ultima volta nello scorso febbraio per una visita specialistica; è in uno stato depressivo, come ha detto ai sostituti procuratori della Federcalcio.
Polo scura, occhiali da sole, barba lunga, dimagrito, così si è presentato negli uffici di via Po il portiere che è stato tesserato per il Napoli dal 2004 al 2011. Le ultime due stagioni vissute ai margini, Mazzarri preferiva Iezzo come vice di De Sanctis. «Ho sempre tenuto al Napoli e ai suoi tifosi», questo passaggio figura nel verbale redatto dalla segreteria della Procura federale. Gianello sente di aver fatto esplodere un caso: non credeva che potesse essere di tale portata. Ha deciso di volare a Roma ieri mattina dopo aver ricevuto il parere favorevole del medico. Molto turbato, non ha parlato né prima né dopo l’interrogatorio in cui ha confermato di aver avvicinato Cannavaro e Grava alla vigilia di Samp-Napoli, dicendo che vi erano suoi amici pronti ad investire somme di denaro sulla sconfitta degli azzurri a Marassi. La risposta dei due difensori fu ovviamente negativa, anzi sdegnata. Gianello ha confermato il colloquio, negato invece dagli ex compagni, interrogati il 6 luglio a Roma. A chi crederanno i giudici della Disciplinare quando comincerà il processo?
Se fossero stati contattati dal portiere, Cannavaro e Grava avrebbero dovuto denunciare il fatto alla Procura federale. Adesso rischiano il deferimento per omessa denuncia: la sanzione oscilla dai 12 mesi ai 3 mesi con ammenda. E il Napoli? Nella prossima settimana (Palazzi conclude gli interrogatori venerdì) potrebbe essere deferito per responsabilità oggettiva perché Gianello era un suo tesserato: il rischio è una lieve sanzione, un punto in classifica o un’ammenda. La società è assolutamente al di sopra di qualsiasi sospetto, pulita, e non ci sono dubbi sulla partecipazione alla prossima edizione di Europa League. Gianello e il suo legale Chiacchio puntano sul patteggiamento della pena.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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