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Massimo Caputi: “Pocho, leader di un grande collettivo”

Grande con le grandi, ormai   un tormentone, piaccia o no, lo dicono i risultati. Anche ieri sera, al cospetto dell’Udinese,   prima in classifica, si è visto il Napoli migliore, come gioco, intensità e interpreti. Ecco il vero dato di fatto, solo con i titolari  o titolarissimi, per dirla alla Mazzarri,  sono arrivati risultati e prestazioni di rilevo, in Italia e in Europa. È questo il tema più interessante. La campagna acquisti del Napoli è stata importante, ha migliorato la rosa, bisogna  capire fino a quanto. Oggi  abbiamo una certezza: la squadra base dell’anno scorso è decisamente più forte di una stagione fa, per consapevolezza e  maturità, e ha un Inler in più. Nell’undici, forse solo il Milan è più forte del Napoli. Seppur con le attenuanti delle assenze, la superiorità degli azzurri nei confronti dell’Udinese è apparsa evidente. Lavezzi si è confermato uomo determinante e  finalmente è arrivato anche il gol dopo un anno al San Paolo. Sarebbe, però, un errore pensare che ieri, come in altre  occasioni, i successi siano il solo frutto delle giocate del Pocho o di Cavani e Hamsik. La squadra di Mazzarri ottiene successi grazie a tutti gli interpreti. Basta fare due esempi: De Sanctis con le sue parate, Maggio con le straripanti incursioni.  Il Napoli è un collettivo che può vincere anche quando Cavani e Hamsik non sono in grande forma. Quello che più balza agli  occhi sono le difficoltà dell’attaccante uruguaiano. Volontà e sacrificio sono fuori discussione, (suo, ad esempio, l’assist per  Lavezzi), ma manca la lucidità. Il calciatore appare stanco, non si ferma da due anni. È innegabile che, dopo la straordinaria  stagione scorsa, il suo digiuno e le prestazioni, creano pressioni che possono condizionarlo. Mazzarri non ha commentato la  vittoria, mentre, alla vigilia, aveva trovato eccessive e immeritate le critiche. Dopo 8 giornate, osservando partite e squadre,  ciò che viene criticato al Napoli è non avere approfittato delle debolezze della  concorrenza, di non aver forse utilizzato al  meglio le risorse tra un impegno e l’altro, di non provare soluzioni tattiche diverse in alcune circostanze (ad esempio contro il  Parma) e di non avere alternative valide ai tre tenori. Non mi sembrano critiche offensive, tutt’altro, sono spinte dalla  convinzione della forza del Napoli che, in un campionato come questo, sarebbe un peccato non sfruttare.

Fonte: Il Domani dello Sport

La Redazione

M.V.

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