Peppe Mascara, attaccante del Napoli, si appresta a vivere un week end dalle forti emozioni dovendo affrontare domenica prossima al San Paolo, il Catania sua ex squadra. Il calciatore è intervenuto nel corso della trasmissione sportiva Corner su Telecolor. Queste le dichiarazioni di Mascara : “I catanesi sono arrabbiati con me, ma non potevo farmi sfuggire una occasione del genere a 32 anni, di giocare in una squadra che è seconda in classifica e che ha grandi possibilità di centrare la qualificazione alla prossima Champions League spiega Mascara-. Io ho un amore infinito per la città di Catania che mi ha dato tanto e verso i tifosi mi sono stati sempre vicini. Per me è stata una scelta tormentata andare a Napoli, ma sapevo che giocare con i partenopei sarebbe stato un passo importante a livello calcistico per la mia carriera. Non ho tradito nessuno e avrei preferito che la partita di domenica non arrivasse mai e che fosse cancellata dal calendario. Io al posto di Lavezzi squalificato? Ripeto, se potessi questa partita non la giocherei. Io ringrazio la dirigenza etnea per avermi trattato sempre come un figlio con affetto e amore ma io ha fatto solo una scelta professionale e non di quattrini. Il presidente Pulvirenti non vuole commentare il mio addio? Non so il motivo, forse si sente tradito, ma io tengo a lui anche per vicende non legate al calcio. Spero che un giorno possa capire la mia decisione. La salvezza a Catania vale sei scudetti altrove e io ho vissuto momenti fantastici in maglia rossazzurra. Anzi se devo essere sincero l’era del Catania di Pulvirenti e Lo Monaco è cominciata dopo una sonora batosta a Mantova quando perdemmo 3-0. Fu quella una partita spartiacque per noi che ci permise di compattarci e avviare dalla partita successiva un ciclo vincente che ci portò subito in serie A. Il Catania attuale troppo argentino? Lo Monaco non è uno stupido lui sa quello che fa e sicuramente ha delle garanzie da questo gruppo. Giampaolo ha commesso errori? Sul campo ha sbagliato poco, secondo me i rapporti che aveva con la squadra non erano perfetti. Bastava che applicasse le sue idee, che erano buone, e il gioco era fatto. Giampaolo invece voleva stravolgere quanto di buono si era fatto negli ultimi sette mesi e non c’è riuscito perché la squadra sapeva rubare palla e ripartire mentre l’ex tecnico etneo non lo permetteva”.
La Redazione
F.C.
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