Aveva una speranza, Peppino Mascara ex scugnizzo di Caltagirone. Aveva pregato perché Napoli fosse l’ultima tappa della sua lunga e onorata carriera d’attaccante. «Sono qui e voglio restarci», disse il giorno in cui, lasciato il suo amatissimo Catania, emozionato come un ragazzino, per la prima volta mise piede in casa Napoli infilato in una tuta troppo larga per uno come lui.
UN ANNO E VIA – La maglia azzurra, complice pure la Champions in arrivo, punto d’arrivo prestigioso della sua bella storia di pallone: questo aveva pensato. E voluto. E sperato. E invece si sa nel calcio come vanno certe cose: un giorno con la finestra che s’apre sul mare di Posillipo e il giorno dopo col balcone che dà sull’Agogna o sul Terdoppio, i torrenti di Novara. Ebbene, per Mascara è andata proprio in questo modo. Un anno e via. Ma lui, alla vigilia del grande ritorno sul prato del San Paolo, non si lamenta affatto. « Certo, è stata dura dire addio, ma l’ho voluto io», ha raccontato. Perché? Semplice. « Perché mi stava stretto il ruolo di comparsa. Il calcio l’ho sempre vissuto in prima fila e il solo pensiero che potessi essere di peso non mi faceva stare bene. Per questo ho tolto il disturbo e sono andato via. Insomma, il Napoli e i suoi tifosi mi hanno dato tanto, porto con me fantastici ricordi, ma il lavoro è lavoro e oggi non posso provare nostalgie».
Il fatto è che Mascara – trentatré primavere il prossimo agosto – ancora si diverte col pallone e, in un certo senso, quando se l’è visto “portar via” (troppa folla di bomber davanti a lui: Cavani, Lavezzi, Pandev e poi anche il giovane Vargas) non ce l’ha fatta più. Addio Napoli, allora, e viva il Novara che l’ha preso a gennaio scorso senza spendere un centesimo. Anche se non è la stessa cosa, come dicono passato e presente, numeri e obiettivi, nomi e investimenti.
RICORDI CHE DANNO I BRIVIDI – Ma tant’è. Anche il Napoli, ormai, appartiene a quel che è stato. Ricordi però ancora troppo freschi per non provocargli qualche brivido quando stasera il San Paolo l’accoglierà con un applauso. « E’ felice di tornare e farà fatica a trattenere l’emozione», conferma infatti Ramona, la signora Mascara che è di Benevento e che incrociò il suo sguardo per la prima volta ad Avellino, in un bar, nella primavera del 2001. E galeotto fu l’aperitivo. Quindici giorni dopo, infatti, già vivevano assieme e un anno dopo erano già marito e moglie. Un dribbling, uno scatto di passione e via di corsa sull’altare, insomma. Ma don Peppino Mascara così è fatto. Sempre intense le sue storie. E intensa, seppur breve, è stata anche quella con la maglia azzurra. Lui e il Napoli, infatti, si sono “presi” sin dal primo istante e alla fine è dispiaciuto pure, alla gente azzurra, veder partire il bomber dei gol possibili e impossibili, l’attaccante che zitto e muto ha sempre lavorato duro sui prati di Castelvolturno e che pur giocando poco ha sempre dato tutto.
NEMICO MIO CARISSIMO – Un “caro nemico”, insomma, quello che il Napoli ritroverà stasera. Nemico, sì, ma anche difensore degli ex compagni. « Critiche ingiuste. Quando s’è fatto e corso tanto un calo ci può stare, è naturale. Ma non è cambiato nulla: il Napoli può ancora puntare al terzo posto». Carezze, più che certezze, forse, quelle che Mascara manda allo spogliatoio che sino a gennaio scorso è stato pure il suo. E il Novara, invece? « Ci batteremo con onore», taglia corto. La classifica, infatti, è quella che è, eppure non è detta l’ultima parola. Perché processi, sentenze, forse penalizzazioni per scommesse e per combine, a fine stagione potrebbero disegnare diversi scenari di salvezza. Anche per questo don Peppino e i suoi compagni stasera andranno a caccia di punti.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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