La nuova copertura, vista dalle curve, sembra un po’ il cappello di Napoleone, un po’ quello di Arlecchino, seppur bianchissima. E se guardasse lo spettacolo di questa piccola città dello sport dal passato glorioso che sta cambiando faccia, tra gru altissime in una danza ipnotica, al presidente De Laurentiis verrebbe fatto di mangiarseli entrambi.
Ma ognuno ha il proprio destino. Qui, pur nel rispetto della storia del Velodrome, classe 1937, nato nelle linee architettoniche di Henri Ploquin, hanno steso nuovi progetti e sono partiti i cantieri: destinazione Euro 2016, con consegna del nuovo stadio l’anno prossimo. Già in occasione del mondiale 1998, l’impianto marsigliese, nato polifunzionale (ciclismo, auto, moto, non solo calcio), aveva visto quasi raddoppiata l’antica capienza (da 35 mila a 60 mila posti), che arriverà a quota 67mila (10% riservato ai vip). Adesso si parla di un investimento da 267 milioni che includono la risistemazione anche del vicino stadio Delort e della riurbanizzazione del quartiere de l’Huveaune, con la nascita di una promenade. Operazione a capitale misto pubblico-privato con la creazione di un’apposita società, l’Arema, con partecipazione del comune di Marsiglia, dello Stato e dei vari Consigli regionali francesi della zona. Alla fine il nuovo Velodrome assumerà un aspetto avveniristico, dotato di ogni confort, con vocazione non solo sportiva ma anche capace di ospitare concerti, spettacoli, meetings, grazie alla propria versatilità. Non solo: intorno al Velodrome è previsto lo sviluppo di un eco-quartiere da 100mila metri quadri, un centro commerciale da 20 mila metri quadri, un complesso alberghiero e un polo sanitario.
Fonte: Corriere dello Sport.
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