Sentite Marotta e tenetevi forte. Pochi minuti prima del fischio di inizio della gara della Juventus a Lione, il dirigente bianconero ha pronunciato a Sky la seguente considerazione: «Sì, sicuramente la sconfitta di Napoli l’abbiamo digerita velocemente. Ci ha dato fastidio l’eccessiva euforia dimostrata dal Napoli che in fin dei conti ha battuto la Juventus in una partita di campionato che vale solo tre punti. Sembrava che fosse l’euforia tipica di una squadra di provincia, quando giocando contro una grande, chiaramente le squadre di provincia hanno obiettivi principali come la salvezza, vincono una partita. Mi sembra che questo sia molto riduttivo per una società come il Napoli che ha un blasone, una storia e quindi non si può limitare semplicemente a vincere una partita».
Poiché il concetto forse non era chiaro, l’ex ds della Sampdoria, lo ha espresso in maniera ancor più nitida ai microfoni di Mediaset. «La sconfitta col Napoli è stata solo la seconda in campionato e questo dimostra che quello che stiamo facendo è straordinario. Siamo rimasti perplessi dalla grande euforia del Napoli: a mio giudizio ha dimostrato di vivere questa vittoria quasi con enfasi da squadra provinciale. Se si accontentano di vincere una partita con la Juventus come se fosse una finale di una qualsiasi competizione, credo sia molto riduttivo per il blasone del Napoli stesso. I 17 punti di distacco ci stanno tutti».
Certo, talmente indifferente questa sconfitta al San Paolo che quelli della Juventus sono tornati a parlarne pochi istanti prima di una sfida così importante per la stagione bianconera come quella di Europa League. Con il Napoli, poi, Marotta è sfortunato: se la prese persino con il prefetto reo di aver rinviato lo scontro del San Paolo per un nubifragio. Domenica parlò di forche caudine, dimenticando che non c’è stadio d’Italia dove – e questa è una vergogna – la Juventus venga accolta con la fanfara.
Il Napoli nella testa ha invece solo il Parma. Il presidente De Laurentiis ha spiegato agli azzurri che non bisogna mollare e che bisogna fare ancora tutto per ottenere l’impresa. Ecco, poiché il patron è il primo a crederci, lui che in trasferta non va quasi mai, a Parma ci sarà. Non solo perché la sua presenza porta quasi sempre bene, ma anche per mandare un segnale al gruppo. Un modo per dire, che il campionato non va in archivio e che ci sono una serie di buoni motivi per vincere a Parma: per il record di punti, a cui il presidente e Benitez tengono in maniera spettacolare, e per capire ancora chi può far parte del progetto azzurro del prossimo anno
Fonte: Il Mattino
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