Ospite degli studi SkySport, Giuseppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, analizza il momento della formazione campione d’Italia a metà della sessione invernale di calciomercato e racconta la sua storia professionale.
Se mi sono stancato del calcio? “Assolutamente no. Perché è sempre in cambiamento ed è sempre bello da affrontare.
Cassano dal Real alla Sampdoria? “E’ stata un’operazione straordinaria sia sul piano economi che sotto quello del rendimento”.
Il mio rinnovo con la Juventus? “Quello che conta non è il contratto ma lo splendido rapporto con Andrea Agnelli. Credo che potremmo continuare fino a che vorrà lui”.
Io e Gianni Di Marzio al Venezia? “Era il 1998 con il Venezia che tornava in Serie A. Gianni è un grande professionista, con grandi qualità. E’ stato un precursore della figura del direttore tecnico. Quella stagione, grazie a lui e a Novellino, siamo riusciti a compiere un’impresa storica. Ricorderò sempre l’attraversare il Canal Grande nel mezzo all’entusiasmo del popolo del Venezia”.
L’arrivo di Dybala alla Juventus? “Io e Fabio Paratici siamo stati tempestivi, anticipando Inter e Milan che tergiversavano. Non conta spendere un milione in più o in meno, ma portare a termine l’operazione. Trattare con Zamparini senza dubbio ci ha agevolato perché lo conoscevamo proprio per i comuni trascorsi a Venezia”.
I prezzi del calciomercato? “E’ una cosa che va di pari passo con l’aumento degli introiti dei club. Più le società incassano e più le cifre del mercato aumentano”.
Vicini a Suarez? “Svolgendo questa attività bisogna essere ambiziosi. Abbiamo tentato di fare questi colpi negli anni passati ma non sono andati a buon fine per diversi motivi”.
Ronaldo via da Madrid. La Juve? “I sogni vanno alimentati, ma i costi devono imporci delle riflessioni. E’ impossibile che possiamo chiudere un’operazione straordinaria. E’ un rischio d’impresa molto alto. Tutti vorrebbero un giocatore come lui ma dobbiamo confrontarci con la realtà”.
I grandi colpi della Juve con i parametri zero? “Il merito è della squadra che lavora lontano dal campo. Sono orgoglioso di quello che sta facendo Paratici che è a mio modo di vedere è uno dei migliori direttori sportivi del Mondo”.
Emre Can? “E’ un giocatore in svincolo e il regolamento ci permette di allacciare i primi contatti con l’entourage. La concorrenza però è tanta e non sappiamo se vorrà rinnovare o meno il contratto con il Liverpool. Sicuramente cercheremo di fare del nostro meglio. Dobbiamo rispettare la sua volontà, la posizione del Liverpool, intensificando i contatti nelle prossime settimane”.
Marchisio? “Non lo scopriamo certo oggi. Ha avuto questo infortunio abbastanza serio, ma il nostro compito è allestire una rosa competitiva e che abbia competitività al suo interno. Marchisio ed Emre Can starebbero bene nel centrocampo della Juventus”.
Lo scambio saltato Vucinic-Guarin? “Era tutto praticamente definito, con Vucinic che era già a Milano. Poi però l’Inter cambio idea e la trattativa saltò con le visite mediche già effettuate”.
Perché Allegri dopo Conte? “Fu un momento difficile con la risoluzione del contratto di Conte al secondo giorno di ritiro precampionato. Allegri era il profilo adatto per ricoprire il ruolo di allenatore. Siamo stati tempestivi a risolvere la situazione. In quel momento non c’erano molti allenatori disponibili e siamo stati fortunati che Allegri era libero”.
Mandzukic? “E’ un ragazzo particolare e Allegri è stato bravo ad instaurare un rapporto positivo con lui. Adesso credo sia arrivato all’apice dei suoi valori di rendimento”.
Dybala è la stella della Juventus? “Siamo arrivati prima degli altri su di lui e da quel momento è iniziata l’opera di valorizzazione. E’ giovane e va aspettato: finora ci ha abituato allo straordinario e quando ha un rendimento normale da sensazioni diverse. Per il futuro ci regalerà tante soddisfazioni. Rimarrà alla Juventus: noi cediamo solo i giocatori che chiedono di andarsene”.
Buffon uomo per il futuro della FIGC con Sibilia? “Negli ultimi 30 anni si sono dimessi solo due presidenti Federali: Abete e Tavecchio. Dobbiamo riportare al centro della scena il pallone. La Nazionale rappresenta il nostro paese e dobbiamo valorizzarla cercando di scegliere competenza e profili adatti. Buffon può rappresentare questa realtà, un referente del Club Italia che abbia autonomia rispetto alle strutture federali. Buffon quando smetterà di giocare sarà l’uomo adatto”.
Orsolini? “E’ in prestito biennale all’Atalanta. Tocca a loro decidere se rinunciare e solo dopo questa decisione potremmo valutare l’ipotesi Bologna”.
L’ingresso del VAR? “Il calcio oramai è un business, dove girano milioni di euro. In questo senso il VAR è uno strumento importantissimo che ha cambiato la prospettiva di questo sport. Sicuramente ha tolto un po’ di romanticismo”.
Douglas Costa? “Grande merito a Giovanni Branchini per l’operazione oltre agli ottimi rapporti con il Bayern Monaco”.
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