Il diggì Marotta è categorico: non si giocherà il 14 dicembre: «La prima data è il 30 novembre»
Beppe Marotta mastica amaro. Non lo dice apertamente ma il rinvio proprio non riesce a digerirlo. Anche perché – intorno alle 14.30, poco prima di partire – splende il sole sulla terrazza, al sesto piano, dell’hotel Parker di corso Vittorio Emanuele. La Juve ha appreso la notizia dalla televisione: l’ultim’ora di Sky ha allarmato i dirigenti e Antonio Conte. «Partita rinviata» e i telefoni diventano roventi. La Lega non è ancora informata della novità, poi arriva la comunicazione di Riccardo Bigon che spiega i dettagli del vertice in Prefettura. La Juventus non ha partecipato (come da prassi) ma ci si meraviglia di come mai né la Lega, né la Federazione fossero presenti. La squadra è delusa: era pronta a giocare. Nell’ambiente bianconero serpeggiava la sensazione di poter disputare una grande partita a Fuorigrotta. Tutti si trincerano dietro un silenzio di circostanza. Antonio Conte non l’ha presa bene. Il tecnico pregustava l’impresa. Beppe Marotta è lapidario: «Abbiamo preso atto dell’ordinanza del Prefetto, Andrea De Martino, il lato sportivo passa ovviamente in secondo piano. Il vertice è sovrano nelle decisioni e il Napoli – che ha partecipato alla riunione – ha fornito sicuramente ulteriori elementi per arrivare al rinvio. Dopo i fatti di Genova, c’è poco da discutere e l’ordinanza va rispettata». Ma la Juve aveva una voglia incredibile di essere protagonista sotto le luci dei riflettori di Fuorigrotta: «Naturalmente avremmo preferito giocare. Potevamo sfruttare l’euforia di questo momento». Il Napoli, invece, era reduce dall’impegno di Champions con il Bayern e non era nel suo miglior momento di forma. Lo scenario cambierà sicuramente quando la partita sarà recuperata. Già, ma quando? La polemica è cominciata. La data indicata sembrava mercoledì 14 dicembre, la Juve – però – è categorica. Impossibile. Due giorni prima, lunedì 12, c’è il Monday Night dell’Olimpico contro la Roma: «Noi proponiamo mercoledì 30 novembre, la prima giornata utile secondo il calendario. Il regolamento dice questo. Poi, ovviamente, deciderà la Lega, che è l’unico organismo sovrano». La polemica è strisciante: «Voglio evitare, ovviamente, scontri dialettici. Vedremo cosa succederà», chiude così il direttore generale bianconero, Beppe Marotta. Il telefonino torna a squillare. C’è da organizzare in fretta e furia il rientro a Torino. Ma quel retrogusto amaro proprio non va via. Basta alzare lo sguardo per rendersene conto. Il sole è bello alto e – secondo l’ambiente juventino – la decisione è stata intempestiva. Forse bastava aspettare soltanto un po’.
Fonte: Il Domani dello Sport
La Redazione
M.V.
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