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Marotta al Corriere della Sera: “Il Napoli è una società col senso di appartenenza come la Juve”

"Faremo cessioni importanti, ma non per nostra volontà. Donnarumma? Esaminiamo la sua situazione"

L’amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera parlando, tra le varie tematiche, anche del Napoli e di calciomercato:

Donnarumma? Per le società è sempre più difficile gestire queste situazioni. Siamo di fronte a un cambiamento radicale della figura del giovane calciatore: oggi hanno dei professionisti vicino e cominciano subito a programmare la loro carriera, anche in contrapposizione con le società che li hanno cresciuti. È un dato di fatto. Se è giusto?Le norme vanno cambiate. E vanno tutelati gli sforzi delle società sul settore giovanile, con una sorta di apprendistato vincolante. Lo prende la Juve? È chiaro che la Juve ha il diritto di esaminare tutte le opportunità: quando un giocatore è sul mercato abbiamo il dovere di provarci. Dietro alle scelte di Donnarumma ci siamo noi? In questo momento no… Se è un top player? È un talento. Poi dobbiamo disquisire tra talento e campione […] Come sta il calcio italiano?  Il modello del mecenatismo è scomparso. E quello degli investitori stranieri è esclusivamente di business. Così il senso di appartenenza può fare davvero la differenza. Tra le big rimaniamo noi e il Napoli ad avercelo. Le avversarie ci stimolano? Dopo sei scudetti la sfida deve essere più adrenalinica: più forte è l’avversario più bello è batterlo. Si parte per vincere: è obbligatorio. I progetti della Juventus? Essere ancora protagonisti cercando l’equilibrio tra attività patrimoniale, finanziaria, economica e i risultati. Abbiamo ricavato di più e possiamo spendere di più: il potere di fuoco è aumentato.  La situazione su Keita? Ho letto delle frasi che certo non sono di Lotito, perché sono delle fesserie. Conosco le regole e non mi sarei mai avvicinato a un tesserato altrui. A volte è il giocatore che si propone? Dico che quando ti trovi il contratto in scadenza è normale una certa effervescenza nei giocatori e nei loro rappresentanti. Che fa pensare a un futuro diverso per loro. Sul mercato in uscita? Faremo cessioni importanti ma non per nostra volontà, ma ci dobbiamo confrontare con società che possono dare ingaggi più alti. A Cuadrado e Bonucci? Non ne abbiamo sentore. Per Alex Sandro il Chelsea ha fatto un’offerta molto elevata (60 milioni, ndr). Abbiamo detto di no, ma oggi i giocatori sono padroni di se stessi”.

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