Il collega Francesco Marolda spiega le cause dell’amara disfatta del Napoli attraverso le colonne del Corriere dello Sport con il suo editoriale:
“Il signor Kiefer l’aveva detto a De Laurentiis. O, almeno, a mo’ di cattivo presagio glielo aveva anticipato l’altro giorno. Guggenheim Museum di Bilbao: è là, in una illuminata sala bianca, che Anselm Kiefer, maestro del neo-espressionismo, ha allestito la sua plastica e raccapricciante allegoria della guerra. Un’immagine di ferro, cemento, terra e distruzione da bombardamento. Il sentimento della tragedia. Quella vera. Quella che merita rispetto ed attenzione. Comunque sia, nulla a che fare col pallone e con la misera immagine di sé che ha dato il Napoli a Bilbao. Infatti, ha ragione il signor Benitez quando dice che l’uscita dalla Champions per il Napoli non deve essere vissuta come una tragedia. Ha ragione perché tragedia non è il termine da usare. Già, ma in qualche modo – seppure dopo un’altalena d’emozioni e il miraggio breve dell’impresa – si dovrà pure definire questa bocciatura al primo esame, questo stop al progetto al primo colpo, questa inattesa marcia indietro? E come spiegherebbe – anzi, come spiega – il signor Rafa – questa perdita secca di un quarto del fatturato azzurro (una trentina di milioni o giù di lì) in una sola notte, o, se si vuole, due? Una sciagura tecnica, forse? Una catastrofe finanziaria? Una sventura tattica? Beh, una spiegazione dovrà pure darla l’allenatore al club e tutti e due alla gente. Perché , si capisce, pure il club ha le sue belle colpe di mercato. Insomma, un gran bel pasticcio quest’aver buttato all’aria già mezza stagione prima ancora di dire pronti-via. Anche perché la fase a gironi aveva un ruolo assai importante nel programma napoletano di stagione. E ora avrà voglia a dire il signor Benitez che anche l’Europa League ha la sua importanza; i suoi pensieri e le sue parole si scontreranno con ciò che pensa (e disse chiaro e tondo) il presidente: «L’Europa League non è fatturabile».Comunque, coppa (di riserva) a parte, al Napoli resta l’altra metà del cielo azzurro. Del resto il presidente e mezza squadra l’hanno detto già: quest’anno puntiamo allo scudetto? Vero o falso? Una possibilità, oppure un’esagerazione? In tutt’onesta, così com’è, questo Napoli già spinto fuori dalla Champions, non sembra pronto neppure per dar pensieri a chi per lo scudetto s’è attrezzato migliorando la prima formazione e la panchina. E a una manciata d’ore dalla fine del mercato le indicazioni non sono incoraggianti. S’è visto e rivisto contro gli spagnoli di Bilbao. S’è visto che la difesa continua a sbagliare come neppure i ragazzini; s’è rivisto, prima di quei clamorosi e fatali errori, che con il centrocampo che si ritrova, con quei due mediani là – ma perché rinunciare fino alla fine a Inler, signor Rafa? – il Napoli non riesce a ripartire, non riesce a pensare una giocata con la palla a terra, tant’è che anche in questa gara di ritorno la difesa – quando non s’è fatta infilare – ha sparacchiato avanti palloni senza senso e il povero Higuain ha potuto solo innervosirsi? E allora delle due l’una: o di qui a tre giorni il Napoli cambia, si dà qualità in difesa e a centrocampo, oppure Benitez dovrà cominciare a ripensare al suo disegno. Perché così com’è, questo Napoli il 4-2-3-1 non lo regge proprio. E allora, se il Napoli e il suo nutrito gruppo di cacciatori di campioni vanno piano sul mercato, sia lui a trovare la soluzione adatta. Ma dopo aver spiegato a tutti l’orrore di Bilbao”
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