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Maurizio Beretta (pres. Lega Calcio): “Sarà una grande finale tra due club che sono un valore per il nostro calcio”

«Napoli e Fiorentina, società virtuose e vincenti». Maurizio Beretta, il presidente della Lega, elogia le finaliste della coppa Italia: ieri ha partecipato al Consiglio Federale, domani sarà ricevuto in udienza da Papa Francesco con le delegazioni di Napoli, Fiorentina, Figc, Lega serie A e gli arbitri e porterà in dono al Pontefice il pallone della finale e la riproduzione del trofeo della coppa Italia.
L’incontro con il Papa, un momento straordinario alla vigilia della finale…
«La Lega con le due società ha chiesto con grande rispetto e trepidazione la possibilità al Santo Padre di quest’udienza privata e la risposta positiva riempie di gioia ognuno di noi, anche perché c’è in più l’aspetto dell’attenzione e della vicinanza del Papa al mondo del calcio e dello sport».
L’ipotesi della serie A ridotta a diciotto squadre: che ne pensa?
«Qualunque tipo di posizione della Lega di serie A dovrà essere deciso e condiviso dall’Assemblea. Ci sono due punti da tenere presenti. Il primo è che il presidente Figc Abete ha preannunciato di voler affrontare il tema della riforma dei campionati con tutte le componenti già prima della fine di maggio e dell’inizio dei Mondiali. Questo ci porterà necessariamente a una riflessione approfondita in Assemblea di Lega. Il secondo è la disponibilità di Tommasi, presidente Aic, un’apertura che va apprezzata perché dobbiamo avere un progetto che consenta al grande calcio italiano di essere sostenibile nel medio e lungo periodo in modo da continuare a rappresentare un valore importante per lo sport italiano, i tifosi e gli stessi calciatori. Dovremo cercare di orientare le scelte, compreso il rinnovo dell’accordo collettivo, tenendo sempre presente il fair play finanziario».
Il fair play finanziario, il Napoli è una società modello?
«Il Napoli è una storia di successo ed è giusto prendere atto di un percorso vincente di De Laurentiis che ha preso la squadra dopo un fallimento e l’ha riportata in tempi rapidi ai vertici mantenendo una forte attenzione ai bilanci e ai conti economici: il percorso del Napoli dimostra che si può essere competitivi mantenendo l’attenzione economica. Sì, rappresenta una società modello e in Italia ce ne sono altre».
La Fiorentina ad esempio, proprio l’avversaria in finale del Napoli…
«Sì, il percorso dei fratelli Della Valle è molto simile: hanno preso la squadra dopo un fallimento e in un periodo rapido hanno riportato la società dalle serie minori a un ruolo da protagonista. In Italia molti imprenditori-presidenti fanno crescere le società in equilibrio e le piu importanti fronteggiano le competizioni internazionali cercando di mantenere i conti in regola: il calcio italiano si sta muovendo nella giusta direzione».
I diritti tv, come spiega le ultime divergenze con il presidente De Laurentiis?
«Sono stati sollevati dei problemi più che altro di forma. Credo che nella sostanza si abbia il senso generale di un lavoro che va fatto insieme per portare riforme e innovazioni nel grande calcio della serie A. Il presidente De Laurentiis fa parte del consiglio di Lega, partecipa a questo sforzo e l’importante è fare un percorso comune nella parte più delicata della definizione dei pacchetti che significa valorizzare il prodotto».
La piaga razzismo, la banana mangiata da Alves…
«È stato un gesto straordinario che ha di per sé ridicolizzato queste manifestazioni razzistiche che non hanno diritto di cittadinanza: un gesto importante che ha dato il senso di come vanno fortemente contrastate. Occorre però un apparato di sanzioni che sia coerente con quell’obiettivo che noi tutti del calcio condividiamo».
I cori anti napoletani, ultima curva in ordine di tempo ad essere chiusa è stata quella dell’Inter…
«Penso che la chiusura delle curve sia una misura tendenzialmente sbagliata perché colpisce tanti tifosi per bene e incolpevoli. Invece si devono individuare i singoli responsabili di queste manifestazioni incivili e poi penalizzarli in maniera pesante, ad esempio con l’allontanamento di 10 anni dagli stadi. Secondo me è sbagliato e controproducente consentire che pochi irresponsabili siano in grado di danneggiare le società e la grande maggioranza dei tifosi. La discriminazione territoriale è una norma in vigore che resta ma anche qui vanno trovate le sanzioni efficaci e non generalizzate. Già ad esempio la segmentazione delle curve, che andrà in vigore dalla prossima stagione, potrà far individuare meglio i responsabili».
Quanto conta la coppa Italia e questa finale Napoli-Fiorentina?
«La formula che abbiamo adottato ha portato ad una fortissima valorizzazione e rivitalizzazione della coppa Italia, oggi Tim Cup. Nella fase finale tutti gli scontri sono stati trasmessi in prima serata registrando ascolti televisivi di molti milioni di persone. E il fatto che sabato lo stadio Olimpico sarà completamente esaurito è la testimonianza che il trofeo è molto ambito, oltre ad assicurare un posto in Europa League e la partecipazione alla finale di Supercoppa. Napoli-Fiorentina è una sfida tra due squadre e due club che hanno molti punti in comune, grandi ambizioni e sarà una bella partita».
Benitez e Montella, due tecnici che amano il gioco d’attacco: una garanzia di spettacolo per la finale?
«Benitez e Montella sono due allenatori che hanno certamente una straordinaria competenza sportiva ma sanno anche trasmettere modelli positivi di comportamenti extra campo e, quindi creano un grande valore».
Lei è favorevole alla moviola in campo, uno dei punti sui quali batte il presidente De Laurentiis?
«Sull’utilizzo della moviola in campo sono assolutamente favorevole perché penso che sarebbe un aiuto importantissimo agli arbitri che avrebbero uno strumento tecnologico che li aiuterebbe a decidere. Anzi, credo che gli arbitri dovrebbero richiederla a gran voce perché darebbe un contributo fortissimo all’oggettività delle decisioni in una competizione come la serie A che muove interessi economici rilevanti. È un paradosso che ogni partita viene guardata da milioni di persone in diretta sulle pay tv, con tutti gli strumenti per vedere nei dettagli le azioni, e gli unici che non hanno a disposizione queste tecnologie sono gli arbitri».
Come giudica questo campionato?
«A tre giornate dalla fine c’è ancora l’attenzione per decidere il vincitore e le partecipazioni alle altre competizioni ed è ancora da decidere la salvezza. Un campionato avvincente».
Come mai le italiane in Champions continuano a fare fatica?
«Questo è stato un anno sfortunato in Champions perché fino a pochi minuti dalla fine dei gironi eliminatori c’erano tre squadre qualificate. Napoli e Juve sono state vicinissime a passare il turno, la differenza rispetto ai grandi club europei la fanno gli stadi di proprietà che rappresentano un elemento importante per la crescita del fatturato e aiutano la crescita del merchandising».

fonte: il mattino

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