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Mario Sconcerti: “Milan in pole, Napoli subito dietro”

Due sole squadre si sono chiaramente migliorate: la prima è il Milan, che ha perso Pirlo, ma ha preso Mexès, Aquilani e Nocerino. La seconda è il Napoli di Inler e Pandev. Al Napoli mancano esperienza e continuità, ma ha il miglior tecnico, imparerà in fretta. Il Milan, per i territori italiani, è quasi una super squadra. Le altre hanno girato molto intorno all’argomento, ma non è chiaro cosa abbiano ottenuto. Va benissimo Forlan all’Inter, non era facile rimpiazzare Eto’o. Forlan porta la personalità che a Eto’o mancava, ma non i gol, a quelli dovranno pensare soprattutto Pazzini e Milito. È arduo pensare diventi risolutivo Zarate. È un giocatore eccessivo, grandi numeri, molte pause, quasi nessuna nozione tattica. Sono giocatori che è bene avere perché nella loro confusione finiscono per risolvere una decina di partite, ma non sono mai un tesoro fisso. Non credo che Gasperini pensasse a Zarate quando pensava a un’ala. Cercava più propriamente uno che avesse il guizzo per saltare l’uomo, ma non fosse per il resto così anarchico. Zarate gioca casualmente all’ala, non è un’ala. Parte semplicemente da lì, ma non fa il gioco di un esterno. Temo sia uno di quelli che piace sempre al pubblico e poche volte ai compagni. Dal primo anno in Italia, quando segnò 16 reti, non èmigliorato di un passo. Anzi, è andato sempre perdendosi. Piacerà invece Poli, giocatore di grande avvenire e un po’ di presente, ma è evidente che per la prima volta negli ultimi cinque anni l’Inter non parte pensando di essere la migliore del torneo. Legittima anzi il vantaggio del Milan con un mercato isterico, quasi soltanto subìto. Il voto alla sua estate a mio avviso è la sufficienza per la rapidità con cui ha saputo prendere Forlan. Il resto è tutto da chiarire, a partire dal ruolo di Sneijder, che non è un finto problema, ma il 50 per cento della soluzione. Quasi impossibile giudicare la Juve. Due anni fa, il 23 agosto, cominciò contro il Chievo il campionato con Buffon tra i pali, Grygera, Cannavaro, Chiellini e Salihamidzic in difesa; Tiago, Poulsen e Marchisio a centrocampo; Diego, Iaquinta e Amauri in attacco. Di questi sono rimasti solo Buffon e Chiellini, forse Marchisio. È cambiato tutto, non sappiamo di cosa parliamo. Elia per esempio simuove come un grande giocatore, ma saprà inseguire l’avversario? Krasic si riprenderà un giorno o è soprattutto questo? Personalmente ho il dubbio che spesso giocheranno sulle fasce Giaccherini e Pepe perché gli esterni europei giocano a zona pura, nei propri 40 metri e non sono tenuti a sapere cosa accade nel resto del campo. Però Vucinic è un grande giocatore. Sabatini, il d.s. della Roma che doveva venderlo, disse che giocava in modo immortale. Matri è un centravanti vero, Quagliarella un diversivo di lusso, Pirlo uno tra i primi cinque centrocampisti del mondo anche se sempre un po’ più scontato. Insomma il materiale c’è, ma va visto insieme. D’altra parte i gol la Juve li ha sempre fatti, non era lì il problema tecnico, era che ne prendeva veramente troppi. E in difesa non è arrivato niente. La Roma con Pjanic ha fatto un acquisto molto importante, uno dei primi cinque di questo mercato. Ma lo disperde in un mare di altri acquisti. A me sembrano troppi spagnoli in una squadra italiana, un mix senza precedenti che forse nemmeno la Spagna, senza il Barcellona, può permettersi. Ma sono tutti giocatori di qualità, l’esperimento è interessante. Certo, come l’Inter, anche questa Roma sembra aver perso competitività. Il vantaggio è che il problema appare generale, la povertà sta facendoci diventare tutti simili. Inter, Milan e Roma hanno compiuto l’ultimo giorno tre acquisti che non hanno praticamente pagato. Questo vuol dire che chiunque può pensare di vincere. Forse è un grande passo avanti, anche se quando arriveremo noi, gli altri saranno già da un’altra parte.

La Redazione

P.S.

Fonte: Corriere della Sera

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