“I tanti casi di Covid all’Udinese? Grazie ai protocolli che la proprietà ci ha messo a disposizione eravamo riusciti a scongiurare tutto, poi i problemi sono arrivati dopo la settimana di vacanza natalizia, dove molti giocatori hanno fatto rientro presso le proprie famiglie, anche all’estero, dopo mesi di assenza. Al loro ritorno si sono manifestate molte problematiche”. Parole di Pierpaolo Marino, direttore dell’area tecnica dell’Udinese, intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Radio 1.
L’Udinese ha ancora due gare da recuperare. “Abbiamo manifestato il nostro disappunto per un provvedimento delle Asl locali che avevano bloccato l’attività calcistica, quindi non solo gli spostamenti ma anche gli allenamenti. Un provvedimento revocato dal TAR improvvisamente il giorno prima della gara (contro l’Atalanta, ndr): abbiamo saputo di dover giocare solo poche ore prima, senza nessun allenamento”.
Avete annunciato un ricorso al Giudice Sportivo . “La nostra è stata una denuncia contro un sopruso subito, ovvero quello di farci giocare a 24 ore dal fischio d’inizio e con una squadra che si è radunata la domenica mattina per giocare il pomeriggio stesso, senza attività da una settimana, con 9/10 giocatori fermi per Covid. Una decisione incomprensibile. Il trattamento riservato all’Udinese è stato diverso, per altre squadre sono stati concessi dei rinvii. Ci bastavano 2 o 3 giorni, ma non ci è stato concesso. E’ chiaro che c’è un conflitto tra le Asl e la Lega di serie A. Non abbiamo ancora letto ufficialmente il protocollo, ma adesso sembra che ad ogni Lega verrà affidata la compilazione delle regole, siamo in attesa di capire come sarà modulata questa problematica. Certo è che il campionato di regolarità in questo momento ne ha poca”.
Si parla di campionato falsato. “La nostra classifica adesso sembra brutta, ma ci siamo ritrovati con una classifica che non prevede due partite e le condizioni psicologiche di esaltazione dopo il 4-0 a Cagliari sono diverse da quelle attuali in cui dobbiamo ricucire le ferite con un grande lavoro psicologico dell’allenatore e dello staff per quanto riguarda la parte atletica”.
Cosa si attende l’Udinese dalle decisioni del Giudice sportivo? Ci sono dei casi già precedenti, non mi aspetto sorprese. Dal punto di vista del nostro reclamo, mi sembra molto ben fondato come motivazioni. Ci aspettiamo che su questa partita contro l’Atalanta venga fatta giustizia. La nostra polemica non riguarda l’Atalanta, ma chi ha organizzato la partita”.
Come avete scoperto Beto? “E’ uno degli ennesimi fiori all’occhiello del nostro reparto scouting. Oggi è difficile arrivare prima delle grandi squadre, questa volta ce l’abbiamo fatta. Si è ambientato subito in A, ci aspettavamo un acclimatamento più lungo, invece ci ha dato ragione subito. Il merito è dei nostri osservatori”.
Come finirà il caso Dybala? “Mettere mano ai problemi degli altri non è mai facile. Se lui e la Juventus si mettono a tavolino e chiariscono alcuni aspetti della vicenda, potranno trovare una soluzione in extremis. Tutto questo, fermo restando la politica di rigore dei bilanci della Juve. Poi c’è il problema in generale: va detto che in questo momento il calcio è in mano agli agenti che stanno diventando i veri proprietari dei calciatori sostituendosi ai club”.
Cioffi può essere il nuovo Gotti? “Assolutamente sì. Oltre alle competenze tecniche indiscusse, si fa riconoscere per un atteggiamento di entusiasmo e passione che ci ha permesso di ottenere un pareggio col Milan – dove probabilmente avremmo meritato i tre punti – e poi a Cagliari siamo andati a giocare una gara fondamentale vincendo 4-0. Ora non è giudicabile per queste due sconfitte, che riguardano più l’aspetto sanitario rispetto a quello tecnico”.
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