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Marino: «Così avevo preso Lewandowski per il Napoli»

Il rimpianto dell'ex dg azzurro: «Lo vidi nel 2007 e rimasi colpito dalla sua forza e dal suo talento»

I gol della Champions sono simili a lui, Robert Lewandowski. Sono stati gol di peso e sostanza, ma pure rapidi come fulmini; gol categorici, senza sbavature o tentennamenti. Al Real Madrid ne ha segnati quattro, tanto per gradire. In tutto fanno trentacinque, comprese le coppe tedesche e la Bundesliga. Cifra altissima, tuttavia vicina a coloro che di mestiere fanno gli attaccanti, invece questo ragazzone polacco d’animo germanico, di mestiere in campo fa tutto: la giocata tecnica, la seconda punta, il percussionista del centrocampo e il solista d’area. Lewandowski è anche un rimpianto, perché il giovane gigante di Varsavia (24 anni) avrebbe dovuto vestire la maglia del Napoli.
Lo aveva individuato Marino e avrebbe, nei piani dell’ex dg azzurro, ricoperto il ruolo di vice Denis. «Lo avevo visto prima di tutti nel 2007, era un giovanotto che giocava nello Znicz Pruszkow, serie B polacca. Eravamo in ritiro in Austria, lì piccole squadre dell’Est fanno da sparring partner ai club in romitaggio estivo. I nostri osservatori lo avevano segnalato, assieme a Semir Stilic, un trequartista. Andai a vederlo perché era impegnato a qualche chilometro da dove alloggiavamo. Era titolare, aveva poco più di diciotto anni. Gran fisico, spunti interessanti, tuttavia era ancora grezzo. Mi interessava. Il Znicz Pruszkow chiedeva cinquecentomila euro. Decidemmo di continuare a seguirlo e a tenerlo d’occhio. Subito dopo decidemmo di prenderlo ma un po’ il ragazzo, molto il suo entourage, decisero di restare in Polonia e accettarono l’offerta del Lech».
Marino, che per il Napoli di De Laurentiis ha scelto calibri come Lavezzi, Hamsik e tanti altri, ancora non riesce a passarci sopra, quella trattativa la trova enigmatica. «Nel calcio succede – spiega il dg dell’Atalanta, però…» E qui gli riaffiora il rammarico: «Ci credemmo al punto che l’operazione venne portata avanti sino al 2009, l’accordo non andò a buon fine perché il Lech ostinatamente decise di tenerlo. Mercoledì sera, una volta di più, ho capito che fummo ad un soffio da un grande colpo».
Già, magari Cavani sarebbe venuto lo stesso, Robert si sarebbe alternato con il Matador e viceversa. E il Napoli sarebbe volato ancora più su, in cima all’Europa e magari al mondo. Tuttavia i sogni anche nel calcio restano tali. E oggi per una clausola rescissoria che si aggira tra i ventiquattro e i trenta milioni, Lewandowski è il bomber più conteso e celebrato del mese. Tant’è che l’insaziabile Bayern, oltre a Gotze, pare abbia messo il suo marchio pure sull’attaccante del Borussia e sui gol decisi e implacabili come i suoi ventiquattro anni tutt’altro che facili. Robert (sua madre Ywona, ex celebrata atleta del karate, lo guida nella carriera), ha capito presto come la vita debba essere giocata all’attacco. Ed è previsto un solo ruolo per tutti, per il nostro giovane eroe di Varsavia c’era un posto al centro della trincea d’assalto perché essa (la vita) mena fendenti alla cieca e bisogna imparare presto la difficile arte del non arrendersi mai. Cresciuto senza troppe moine da una famiglia di sportivi praticanti, Robert ha frequentato il vivaio dei piccoli club ma pure quello della strada che gli ha irrobustito il cuore, prima che questo glielo imponessero gli allenatori sul campo. Il risultato è un ragazzone di un metro e ottanta, maturo e senza sbavature. Lewandowski rappresenta molto bene anche la squadra che l’ha comprato, nel senso del club dei duri. Assai simile, come giocatore, al suo attuale tecnico Jurgen Klopp, il peso specifico del suo gioco è diventato enorme in pochi mesi. Perché il polacco è un calciatore uno e trino: ha piedi buoni, lega la fase offensiva, collega i reparti e segna. Lui e Gotze e poi di slancio Reus hanno messo in rete i palloni sfuggiti alle punte, innervando il centrocampo e l’attacco più offensivo della Bundesliga. Ma di tutti, Robert è il più completo, il più dirompente.
Al Borussia è costato sei milioni, ora vale almeno cinque volte tanto: il Bayern Monaco ha superato la concorrenza di mezza Europa. Il Borussia che con un occhio guarda il campo e con gli altri gli assetti finanziari è prossimo a lasciare un simile attaccante, di un così preciso mirino. Partecipe nell’anno del ritorno allo scudetto e decisivo in questo ancora in corso, Lewandowski è determinante per l’agognata finale di Champions, così inseguita, così tanto vicina. La storia di questa impresa la sta scrivendo soprattutto Robert Lewandowski, incapace di rallentare il passo anche quando alcuni suoi compagni sono costretti a farlo, perché quelli come lui sono rarissimi e sanno alzare la testa anche quando il gioco si fa duro.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

 

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