Pierpaolo Marino, direttore sportivo dell’Atalanta ed ex dirigente azzurro, interviene a Marte Sport Live. Ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:
“A Bergamo anche la Roma rischiò grosso, riuscendo a pareggiare la partita solo a pochi secondi dalla fine. In campionato, specie se analizziamo le partite in casa, il cammino dell’Atalanta è stato piuttosto positivo. La fascia di capitano da Denis con il logo del Napoli? Non è questione di attaccamento ai colori azzurri, che l’argentino comunque ha, ma una ricorrenza: una onlus gli prepara queste fasce celebrative con i loghi dell’Atalanta e della squadra da affrontare, fasce che poi vengono meste all’asta per beneficenza. Forse ieri s’è visto solo lo scudetto del Napoli. Le scelte di Benitez? Forse il tecnico iberico pensava che inserendo Hamsik ed Higuain nella ripresa sarebbe riuscito a vincere, proprio come in coppa Italia, ma non tutte le ciambelle escono col buco. Jorginho? Un grande acquisto, il suo impiego avrebbe forse dato maggior qualità alla mediana azzurra. Il Napoli, comunque, mi è sembrato un pizzico giù di tono ed ha sofferto in tutte le zone del campo, vedi Del Grosso che ha controllato senza eccessivi patemi Callejon, che all’andata lo mise in gran difficoltà. Colantuono? Il suo apporto al match è stato fondamentale: proprio come all’andata, è riuscito ad imbrigliare il Napoli. Calcio all’italiana? Ricordiamo che in campo c’erano Maxi Moralez, Bonaventura e Denis e, anche se i gol sono arrivati da errori degli avversari, credo che i nerazzurri se la siano giocata. La coppa Italia? In questo momento può essere uno degli obiettivi del Napoli, che ha già vinto questa competizione, un traguardo sempre importante e difficile. Forse la sfida con la Roma sarebbe stata una giusta finale. Paolo Cannavaro? Mi dispiace molto sia andato via, al di là di ogni considerazione tecnica ed ambientale nella quale non entro in merito, sono dispiaciuto perché quando lo portai a Napoli dimostrò un grande amore per la maglia. Eravamo in C, lui in A col Parma, aspettò che salissimo in B e, pur di vestire questa maglia, rifiutò club allora più importanti. Penso fosse implicito il fatto che la sua volontà era quella di finire la sua carriera a Napoli. Hamsik? Metterlo in discussione è un’eresia.”
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