All’inizio dell’estate, in Italia più delle prime notizie di mercato a fare notizia è stato Fabrizio Miccoli, non solo per l’addio al Palermo ma anche per le indagini che lo volevano colpevole di reati informatici e di estorsione, oltre che di presunti contatti con la mafia. Lasciata la Sicilia con un’immagine guastata da queste accuse, Miccoli è tornato nella sua Puglia, per giocare, da capitano, con il Lecce di cui è tifoso. E a rispondere alle sue indicazioni in campo, il fantasista salentino si è ritrovato anche ben tre ex-azzurri: parliamo di Rullo, Amodio e Bogliacino.
A Lecce, dove aveva esordito in Serie A e giocato ottanta partite in poco meno di quattro annate, Rullo è tornato quest’anno, proprio insieme a Miccoli. Dai pugliesi era stato acquistato dal Napoli e, proprio come Miccoli a Lecce, Rullo a Napoli era “di casa”: originario di Casoria, approdò in maglia azzurra nel gennaio del 2007, sotto la guida di Reja. Ma a Napoli Rullo collezionò forse più tribune che panchine o presenze in campo, a causa di prestazioni davvero poco convincenti. Eppure il terzino sinistro con Zeman, come molti, aveva avuto un buon rendimento grazie alla corsa e alla spinta. Con la maglia azzurra però non riuscì a lasciare traccia e nel giugno del 2008 fu già allontanato, finendo in B alla Triestina, in prestito. Al termine di una stagione disputata da titolare, tornò al Napoli di Donadoni-Mazzarri e sotto la guida quest’ultimo restò per una stagione e mezza, mettendo piede in campo una sola volta, mestamente, in una gara di fine campionato. Così nel 2011, in gennaio, firmò per il Modena con un biennale, tornando in B e riprendendo confidenza con il terreno di gioco. Ma nell’estate del 2012 fu scaricato anche dal Modena, che non gli rinnovò il contratto, e Rullo rimase svincolato, fermandosi per un anno, per poi firmare con il Lecce quest’anno.
Per un soffio Rullo si è perso un altro incrocio con un ex-compagno del Napoli, ovvero Inácio Piá, la cui sorte è stata forse anche peggiore: sprofondato prima in B giocando per il Portogruaro e poi, non riconfermato nonostante una retrocessione in categoria inferiore, poi scivolato comunque in Lega Pro fra le file del Pergocrema, in terza categoria ha segnato dieci reti ma ha avuto la sfortuna di vedere il suo club fallire. Così nel luglio del 2012, in un gioco di intrecci che lo ha visto ritrovare il suo ex-compagno Bogliacino, è approdato al Lecce rimanendo in Lega Pro. Ventuno presenze e tre reti non gli sono bastate però a convincere la società salentina, che alla fine dell’ultima stagione lo ha lasciato senza contratto. Una magra consolazione: il Lecce non ha riconfermato nemmeno l’idolo Chevanton, che del club pugliese ha fatto la storia e che tra l’altro era stato insolitamente assunto “a tempo indeterminato” come attestato di stima e onore. Così Piá, a soli trentuno anni, è rimasto svincolato, prima di trovare sistemazione nella Serie A greca (dove fa compagnia a Chavez, altra conoscenza azzurra), al Larissa.
Stessa sorte era capitata, a soli ventinove anni, a Nicolas Amodio, scaricato a fine stagione 2011-12 dal club della sua città natale, il Peñarol di Montevideo e fermo per un anno, prima di approdare anch’egli, giusto qualche giorno fa, a Lecce. Destino simile agli altri compagni anche per la “discesa negli inferi” con l’avanzare della carriera: lasciato nel 2007 il Napoli, fa ritorno in B giocando con Treviso e Mantova in un solo anno, poi ancora una stagione e mezza a Napoli con tre misere presenze, e mezza stagione di nuovo in B, con il Piacenza con cui retrocede. Ma almeno ad Amodio non è toccata la Lega Pro: piuttosto è rimasto in B, ceduto in prestito al Portogruaro, proprio insieme a Piá. Poi il ritorno in patria poco fortunato e un nuovo viaggio Uruguay-Italia, dopo un anno ai box, per ricominciare anche lui dalla Puglia.
L’anello di congiunzione, in questo curioso alternarsi di incontri leccesi degli ex-azzurri, è Mariano Bogliacino, che ha giocato a Lecce con Piá e giocherà con Rullo, e che rispetto a questi due a Napoli è sicuramente ricordato con più affetto e gratitudine. Al Napoli arrivò nel 2005, al secondo anno della rifondazione targata De Laurentiis, e con la squadra (allora Napoli Soccer) conquistò subito la promozione in Serie B dopo il primo posto in C1. L’anno dopo visse la trionfante scalata azzurra che, in due anni consecutivi, riportò i partenopei nella massima serie, dove, in maglia azzurra, rimase fino al 22 luglio 2010, quando venne ceduto in prestito al Chievo. Curiosamente, lo stesso giorno in cui fu formalizzato l’acquisto di Cavani. In totale, centocinquantotto partite e venti reti tonde tonde con il Napoli: un bottino importante che non farà dimenticare il generoso, serio e tecnico centrocampista offensivo uruguaiano. Con il Chievo giocò l’ultimo campionato di A, per poi iniziare anche lui una discesa progressiva nelle categorie inferiori, rimanendo però sempre in Puglia: prima al Bari in B (ventotto presenze, un gol), poi, svincolato, al Lecce in Lega Pro dal 2012: dopo aver fallito per un soffio la promozione l’anno scorso, ci riproverà quest’anno con Miccoli e Rullo, per giunta sotto la guida di Francesco Moriero, oggi allenatore, un tempo anche lui ex-giocatore del Napoli.
A cura di Lorenzo Licciardi
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