È dura mandarla giù nella serata in cui il calendario era nettamente dalla parte napoletana. Ma tant’è, la delusione non è figlia di ingiustizie ma di una partita (tatticamente soprattutto) gettata al vento. Questa volta sono i musi lunghi a farla da padrone nello spogliatoio del San Paolo, l’invito a rialzarsi in fretta perché sabato si va nuovamente in campo, non sortisce l’effetto sperato.
Tradito per una volta dai suoi leader, il Napoli resta all’asciutto. Squadra lunga e lenta, la partita delle tre bocche da fuoco sintetizza bene le negatività della serata. Pandev, Hamsik e Higuain: una gara da dimenticare, proprio quando da questi tre calciatori si attendeva il contributo maggiore per mettere al tappeto chi nell’angolo c’era finito da solo, dopo la figuraccia con l’Inter.
«Niente da dire, abbiamo giocato male, al di sotto delle nostre possibilità»: chiaro, lucido e impeccabile il pensiero di Marekiaro, rabbioso nel sottopassaggio e con la testa già alla sfida di sabato. «Dobbiamo reagire in fretta, la stanchezza non deve essere un alibi. Ora a testa alta per rifarci contro il Genoa», sono le parole dello slovacco, che ieri ha sofferto maledettamente la marcatura di Magnanelli, che l’ha seguito ovunque. A uomo, per intenderci, e spesso Hamsik è stato costretto a ripiegare in mediana per recuperare palloni e impostare il gioco. Forse il turnover avrebbe dovuto riguardare soprattutto lui, apparso comunque stanco e non veloce come sempre negli inserimenti centrali.
Maluccio Hamsik, all’asciutto da tre turni di campionato, fermo anche El Pipita, che invece era reduce da tre centri consecutivi. L’argentino è rientrato spesso a centrocampo, come suo solito, ma questa volta la fase di costruzione è stata meno efficace del solito. Nemmeno un’occasione da rete, passo appesantito negli ultimi sedici metri, perennemente anticipato dal suo marcatore diretto: Higuain non ha ripetuto la prestazione di San Siro, come gran parte dei compagni di squadra. Ci può stare anche per lui la fase fisiologica di calo, visto che è stato tra i più impiegati nelle ultime settimane. «Non siamo stati i soliti ma sapremo riprenderci»: dispensa ottimismo l’ex Real Madrid, una serata storta ci può stare anche per lui.
Hanno tradito un po’ tutti quando il San Paolo meno se l’aspettava. Anonima la prestazione di Pandev, che era quello con minor minutaggio nelle gambe e di conseguenza uno dal quale ci si aspettava un aiuto più consistente sotto rete. Il macedone è venuto meno nella zona decisiva nonostante generosi tentativi di allargarsi sulle fasce laterali e creare spazi per gli inserimenti centrali, che non ci sono stati. L’affannosa rincorsa per recuperare il pallone a centrocampo l’ha spesso penalizzato, mai comunque si è visto sotto rete in maniera decisa e concreta. Nell’inevitabile prosieguo del turnover, dovrebbe toccare a Goran scendere in campo dal primo minuto contro il Genoa perché appare improbabile il “lancio” di Zapata: il Pandev di ieri lascia perplessi.
Come Hamsik e Higuain, sia bene inteso. Una partitaccia passi pure, nonostante l’avversario si chiamasse Sassuolo. Il riscatto passa da Genova e dai tre tenori d’attacco.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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