Riconoscenza, gratitudine, senso di appartenenza. Marek Hamsik non perde occasioni per mostrare il suo attaccamento al Napoli. Per quello, i tifosi lo amano sempre di più, al di là di quello che riesce a riversare in campo in termini di gol e di assist. Stavolta ha scelto il sito ufficiale della Fifa per confessarsi a trecentossessanta gradi. Una vetrina internazionale, in modo che in ogni angolo del globo si possa sapere come la pensa il gioiello del Napoli sul futuro. E mentre per Cavani in questi giorni non si fa altro che parlare di possibile nuova destinazione, Hamsik, invece, giura fedeltà a vita ai colori azzurri e non si sogna neanche lontanamente di andar via: «Arrivai al Napoli che avevo diciannove anni appena, venivo da Brescia. Nessuno mi conosceva ma il club non esitò a darmi una chance, a concedermi il massimo della fiducia. Si può dire che io ed il Napoli siamo cresciuti insieme. Ecco perché mi trovo così bene qui e spero di continuare a crescere con questa società. Ho giocato con la maglia azzurra per sei stagioni. Siamo andati sempre avanti ma possiamo salire ancora più in alto. Mi sento a mio agio in questo ambiente e mi piacerebbe restare a lungo per completare il processo di crescita con il Napoli». Parole che suonano come sinfonia per le orecchie dei tanti supporter partenopei. Era quello che volevano ascoltare da uno dei loro calciatori preferiti. Hamsik si trova in crociera con i tifosi del Napoli e durante la giornata ama posare per foto ricordo e scambiare qualche parole con i bambini che sono a bordo. Ha persino partecipato ad un allenamento con i mini-fans. «Molti bambini imitano la mia cresta, so di essere un esempio per loro in campo e fuori. E so anche che le loro madri non sono affatto contente del mio taglio di capelli. Ma io vorrei essere una persona che tutti i bambini possono guardare come un esempio positivo».
Ma lo slovacco è entrato anche nei particolari tecnici: «Sono attratto dal gol e per quello vado sempre alla ricerca del varco giusto. Mi piace quello che faccio. Mi diverto a giocare a calcio. E gli allenamenti non mi pesano».
Sa che il Napoli ha ufficializzato un nuovo allenatore. Quel Rafa Benitez che è stato capace di portare sul tetto d’Europa giovani quali Torres e Gerrard (al Liverpool). Ma per correttezza Hamsik non ne parla. Preferisce raccontare delle sue caratteristiche: «Mi so adattare in più ruoli, non ho una predilezione particolare. Posso agire in un attacco a tre o appena dietro le due punte. Per me va bene tutto purché abbia la possibilità di esprimere le mie qualità che sono quelle di cercare la via del gol».
E’ stato fin da piccolo un fan di Pavel Nedved. Lo considerava un connazionale prima che la Slovacchia acquistasse l’indipendenza. E Nedved ha ricambiato la stima definendolo uno dei suoi eredi. Ogni volta che s’incrociano ci scappa l’abbraccio. «Anche Nedved arrivava spesso in gol – dice Hamsik – e lavorava tanto a centrocampo. Ma a me piacciono anche altri calciatori quali Lampard, Gerrard e Zidane». Tutti centrocampisti offensivi, dotati di estro e fantasia. Tutti campioni di levatura internazionale.
Ma il pensiero dello slovacco vola sempre al campionato appena conclusosi. Lui fu tra i primi a parlare di scudetto, forse l’unico a crederci seriamente: «Ma abbiamo perso punti in partite che potevamo tranquillamente vincere. Specie quelle in casa. Con il Torino, il Bologna, la Sampdoria. E’ al San Paolo che il sogno scudetto è andato in fumo».
Ma al termine della crociera azzurra l’aspetta la nazionale slovacca: «Dovremmo raccogliere sei punti nelle prossime tre partite per andare al Mondiale. Ma la nostra forza sono i giovani talenti, il futuro della Slovacchia è assicurato anche se oggi ci manca proprio un po’ di esperienza in più».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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