Definirlo un “goiello” è dire poco. Marek Hamsik arrivò a Napoli che aveva venti anni. Fu Pierpaolo Marino a convincere De Laurentiis che valeva la pena investire cinque milioni di euro su quel ragazzo già maturo per fare bene anche in serie A. Marino aspettò che scadesse un’opzione verbale strappata dall’Inter al Brescia ed un minuto dopo partì alla carica dopo averlo adocchiato in una gara vista dal vivo al “Rigamonti”.
Hamsik si è rivelato in tantissime occasioni il trascinatore principe del Napoli. Quello di Reja e soprattutto quello di Mazzarri. Voleva diventare un top player e vi è riuscito sacrificandosi tanto durante gli allenamenti ma lavorando anche extra nella palestra di Castelvolturno dove aveva scelto di abitare.
Lo slovacco è stato spesso determinante con le sue incursioni nell’area avversaria. Decisivo nella qualificazione in Champions, nel superamento del girone con la rete a Vila Real, così come nella conquista della Supercoppa (suo il raddoppio) ma anche in tante altre gare risolte in extremis.
Hamsik durante la parentesi partenopea è diventato anche il fulcro della nazionale slovacca con la quale ha disputato i Mondiali in Sud Africa.
De Laurentiis ha resistito a tentazioni forti giunte dall’estero e dall’Italia (il Milan) e l’ha legato al club fino al 2016. Centottandue le presenze in campionato, 24 nelle coppe europee, 15 in Coppa Italia siglando 51 reti in campionato, 6 nelle Coppe, 3 in Coppa Italia. Il suo contratto scade nel 2016.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
