Il nuovo leader azzurro, Hamsik. Apre la partita Marek, come a Palermo e contro la Fiorentina al San Paolo. E lancia la sfida alla Juve, già pensa allo scontro diretto allo «Juventus Stadium». «È stata una vittoria importantissima. La Juve aveva vinto e quindi per noi era obbligatorio vincere per rimanere in testa. Tra due settimane affronteremo la Juve e dobbiamo essere perfetti anche se ci sono molti calciatori in giro con le nazionali, dobbiamo tornare carichi per la sfida. Per la corsa al titolo non ci siamo solo noi o solo la Juve, dobbiamo stare attenti anche ad altre squadre».
Tre reti, importantissime, in sette partite: lo slovacco insegue anche quest’anno la doppia cifra. Sempre più decisivo Marek nel nuovo Napoli di Mazzarri, quello che insegue il sogno scudetto. Un gol dei suoi, inserimento perfetto, con i tempi giusti e tiro preciso: sorprende così la difesa dell’Udinese. Il gol ma non solo, tanti palloni giocati, un punto di riferimento costante, una partita perfetta nella partita in cui è anche capitano, la fascia tocca a lui per la squalifica di Cannavaro. «Chiunque scende in campo deve dare sempre il massimo: abbiamo vinto soffrendo ma questo è un segno di maturità. Il mio miglior inizio a Napoli? Sta facendo bene tutta la squadra, siamo un gruppo unito ed è per questo che siamo al primo posto. Noi come la Juve? È presto per dirlo, si vedrà. Adesso c’è la sosta, alla ripresa siamo carichi per affrontare la Juventus», dice nel dopo partita.
Attaccante e centrocampista, capace come pochi a interpretare alla perfezione il doppio ruolo. Sempre più leader, viene ammonito per proteste in avvio di gara quando il Napoli reclama un calcio di rigore, diventa un punto di riferimento costante, si fa vedere, gioca un’enormità di palloni e fa sempre la cosa giusta. Si contano pochissimi errori nella sua sontuosa serata.
Quando Mazzarri lo toglie a cinque minuti dalla fine e fa entrare Dzemaili lo stadio gli riserva un’autentica ovazione, da brividi, applausi interminabili. «Marek, Marek», l’urlo del popolo di Fuorigrotta. Sempre più simbolo, sempre più idolo. Con la partenza di Lavezzi è diventato sempre lui il vero uomo squadra, si è preso in pieno le responsabilità e ha preso la squadra per mano. Nuova cresta, grande spirito, a Napoli è rimasto affascinato dal progetto societario di De Laurentiis e tecnico di Mazzarri. Non ha ascoltato le sirene degli altri club, ha prolungato il contratto e ora insegue il grande sogno scudetto. Cresce sempre più, partita dopo partita, centrocampista ormai di livello mondiale, si avvicina sempre più a Gerrard e Lampard, i due mostri inglesi di Liverpool e Chelsea. Ma è più giovane Marek, un «giovane vecchio» per la maturità in campo e fuori.
Giovedì in Olanda saltò la sfida contro il Psv per squalifica, gli toccherà restare fuori anche per la prossima sfida europea contro gli ucraini del Dnipro. L’Europa League l’avrebbe saltata lo stesso, Mazzarri sa che uno come Marek lo deve mantenere lucido per farlo rendere al massimo. L’anno scorso fu spremuto troppo tra Champions e campionato, errore che non si ripeterà quest’anno. Lo staff tecnico ha studiato nei minimi dettagli anche il minutaggio dello slovacco che ora risponderà alla convocazione della sua sa nazionale e giocherà altre due partite. Poi al rientro c’è la Juve, la sua partita, la squadra alla quale ha segnato spesso. Indimenticabile la sua doppietta nella vittoria in rimonta per 3-2. Anche allora era sabato, anche allora si giocava alle diciotto…
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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