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Marek e Goran, una poltrona per due: riposo per lo slovacco, riscatto per il macedone

La bilancia. E sui due piatti Goran Pandev e Marek Hamsik: staffetta sia. Magari ballottaggio: fatto sta che Rafa sta pensando alla possibilità di rilanciare il re macedone al centro della trequarti, e dunque di concedere un turno di riposo allo slovacco. Perché d’accordo la partita con il Toro, delicata a dire poco, ma il Napoli deve guardare a oggi e anche a domani e dopo: mercoledì sarà ancora campionato, con la Fiorentina a Firenze, e poi sabato di nuovo in campo con il Catania e mercoledì con l’OM in Champions al San Paolo. Quattro partite in undici giorni. Cruciali. La bilancia serve eccome. Dosare per credere.

LA GESTIONE – E allora, lavoro e tattiche. E poi le idee da trasformare in scelte e dunque uomini. E questa volta, altro che cuscino: sono i conti, a farla da padrone; le valutazioni relative alle energie spese e da spendere in previsione di un futuro tosto. Il Napoli è in corsa su tutti i fronti, più che mai anche in Champions dopo la vittoria di Marsiglia: ecco perché Rafa non può davvero trascurare alcun tipo di dettaglio. Più del solito, se possibile. Undici giorni, quattro partite sempre più decisive: più passa il tempo, più il campionato e la coppa entrano nel vivo. Più diventa vietato sbagliare. Anche le mosse.

LA CANDIDATURA – Bene, insomma. Tutti al lavoro. E fioccano le prove: Benitez ha mischiato di tutto anche ieri, e ognuno degli azzurri, come tradizione consolidata, sarà sulla corda fino all’ultima riunione tecnica. Cambi in agenda, certo, perché in vista della prossima trasferta di Firenze e della doppietta al San Paolo bisogna necessariamente dosare le forze: ecco perché quello tra Hamsik e Pandev è un ballottaggio vivo, vivissimo, con il macedone più fresco rispetto al compagno e soprattutto pronto a giostrare lì dove preferisce e dove di certo dà il meglio di sé. Del suo genio: tra le linee, alle spalle della punta; in appoggio.

LA RIFLESSIONE – Marek, come da copione, non vorrebbe saltare neanche un minuto, neanche un secondo, però è reduce da un periodo un po’ così e da due partite consecutive tirate: a Roma e a Marsiglia. E prima ancora, prima della sosta che per sua stessa ammissione è servita a fare un po’ di terapia e a recuperare dall’affaticamento agli adduttori, rinunciando anche alla Nazionale, aveva anche accumulato i minuti (e i chilometri) di Arsenal e Livorno. Occhi puntati, comunque, alle ultime due passerelle: quelle dell’Olimpico e del Vélodrome. Due, sì, con la Fiorentina in prospettiva che è molto più d’un semplice mercoledì di campionato: ecco perché Rafa sta riflettendo seriamente sulla possibilità di far cominciare la sua giornata dalla panchina.

IL RILANCIO – Di conseguenza, Pandev. Goran il re macedone che ha passato una settimana mica da ridere dopo l’infortunio di Roma: s’è incavolato a dire poco, per l’errore davanti a De Sanctis, ma allo stesso tempo è troppo scafato, ha troppa classe e altrettanta esperienza per lasciarsi condizionare. Stop, capita anche ai migliori. Questo è chiaro. Però la voglia dentro monta: rilancio e riscatto. E come se non bastasse anche la possibilità di sistemarsi in un ruolo che predilige. Dopo un turno di riposo assoluto: risparmiato a Marsiglia dopo la notte dell’Olimpico e dunque ossigenato a dovere.

ANSIA MACEDONE – Goran pensa al Toro, ma nel frattempo in Macedonia non si fa che parlare di lui. E di un servizio pubblicato dal quotidiano, Makedonski Sport, che, oltre a una serie di dichiarazioni, riporta la (presunta) idea di Pandev di lasciare la Nazionale. Considerando il peso di Goran, capitano e autentica leggenda nel suo Paese, Petar Miloshevski, d.s. della Nazionale, ha precisato: «L’articolo mi ha sorpreso, e per questo gli ho inviato un messaggio: Pandev è una guida e un esempio, le porte sono sempre aperte per lui. Contiamo che in futuro giochi per noi».

Fonte: Il Corriere dello Sport

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