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Mihajlovic

Marchetti: “Solo Benitez conosce il suo futuro. Intanto il Napoli segue …”

Il giornalista Sky fa il punto sulla situezione di alcune panchine italiane

Per la seconda volta in due giorni Galliani a Milanello. Tutti a rapporto per, almeno a parole, ricompattare il gruppo, remare tutti dalla stessa parte e trovare le soluzioni alle cause del problema.
Il problema individuato sono i troppi infortuni. Muscolari, gravi e lunghi. Questo non è andato giù fondamentalmente a Galliani, che ha mandato una richiesta di spiegazioni ai vari responsabili dei settori rossoneri. Le ha lette tutte Galliani, ma non sono emerse criticità particolari, infortuni a parte, su cui Galliani aveva già posto l’attenzione. E insomma è tutto qui? Il momento nero del Milan è soltanto legato agli infortuni muscolari? Il ragionamento è certamente più profondo. Alla base ci sono anche i rapporti fra Galliani ed Inzaghi, che sono sicuramente logorati da una stagione che non sta andando per il verso giusto. Inzaghi non è più intoccabile, di sicuro. Ma non è neanche a rischio. Se il Milan avesse voluto esonerarlo lo avrebbe già fatto. Per questo avanti tutti insieme. Non c’è un colpevole. Non ora. Ma il fatto che non ci sia un colpevole non significa che tutti sono innocenti. Anzi. Salvo clamorose sorprese o grandissimi rush finali Inzaghi che ora viene difeso dalla società, non sarà più allenatore del Milan il prossimo anno. La scommessa di Galliani non è stata vinta, lui stesso non è stato soddisfatto dell’Inzaghi allenatore. Al di là dei risultati. Questione di gioco, questione di mentalità. Il Milan cambia, ma non adesso. A giugno cambia. E cambia non solo il Milan. Potrebbe partire il classico domino.
Perché uno dei papabili alla panchina rossonera è Vincenzo Montella, che però piace anche al Napoli, dovesse partire Benitez. La Fiorentina al momento guarda. Si gode il suo allenatore e sa che se qualcuno lo vuole dovrà pagare la clausola da 5 milioni di euro. Un nome alternativo al Milan è Spalletti, da sempre accostato al mondo rossonero, ma finora sempre frenato dal contratto ricchissimo con lo Zenit. A giugno scadrà. E a giugno avrà la possibilità di essere appetibile, dal Milan e non solo. In rossonero c’è bisogno di riniziare un nuovo progetto, cominciando a ragionare su un discorso più ad ampio raggio che la normale stagione. Vincere subito non si può, ma se si continua con questo tipo di programmazione si rischia di vivere troppo alla giornata e di non vincere non solo in questa stagione ma anche nelle prossime.
Abbiamo soltanto accennato a Benitez. Questo è l’altro grande tema di cui invece parleremo a lungo. Soltanto lo spagnolo sa cosa farà la prossima stagione, le nostre al momento sono solo congetture. Di sicuro i segnali non indicano la permanenza, visto che il momento del confronto viene rimandato ogni mese più in là. Il Napoli, comunque vada non si farà trovare impreparato: di allenatori bravi ed ambiziosi ce ne sono, l’ultimo tenuto sotto osservazione è Mihajlovic che sta facendo meraviglie con la sua Samp, ma ancora nessuno a Castelvolturno ha rotto gli indugi. E in questo momento fare previsioni potrebbe essere azzardato. Benitez ha fatto un bel lavoro, ha vinto. La vera domanda è ha voglia di continuare questo suo progetto? O sono finiti gli stimoli o è di nuovo stufo del calcio italiano? Magari attratto di nuovo da quello inglese?
In ultimo panchine o meno la situazione Parma. Giudico il teatrino di Manenti inopportuno e irrispettoso nei confronti dei tifosi del Parma e delle istituzioni (sia calcistiche che civili). Sono ormai passate più di tre settimane da quando doveva presentare i soldi per i pagamento degli stipendi dei giocatori. Non si è visto che l’ufficiale giudiziario a Collecchio. Ormai pare evidente che il Parma sia destinato a fallire e avremo tempo di individuare di chi sono le responsabilità. Responsabilità che sono cercate anche dalla magistratura ordinaria. Nel frattempo la Lega sta cercando di capire come rendere la stagione non viziata dal fallimento più che probabile della società. Invece di porre rimedi una volta che il danno è stato fatto, non era possibile anticipare queste criticità? È la caratteristica dell’Italia: trovare le risposte sempre all’ultimo minuto. Stavolta però una bella domanda se la devono fare tutti (noi compresi): cosa è stato fatto per evitare questo scempio? E soprattutto quale sarà il prossimo? Si riesce a evitarlo?

Fonte: TMW

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