Le sue dichiarazioni hanno fatto subito il giro del mondo. Nessuno mai avrebbe potuto immaginare che Ibra, il ragazzo che nei sobborghi-ghetto di Malmoe finché non arrivava a 100 gol non tornava a casa, non ha più stimoli. E’ schiavo della routine. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che l’uomo che ormai da un decennio vince il campionato con la squadra in cui gioca non avesse più voglia neanche di giocare con i suoi figli nel giardino di casa. Fargli ritrovare le motivazioni è l’unica strategia che ha in testa ora il Milan. Magari convincendo Ibra che si possa vincere anche in Europa, l’unica vera grande cosa che gli manca. Ma se non si dovesse riuscire si deve cominciare a pensare da subito al futuro. Al vice Ibra. Al dopo Ibra. Con le difficoltà che sta attraversando l’Italia in generale e il calcio in particolare. Il mercato fatto di idee e scambi più che di milioni di euro messi uno sopra all’altro. Le stesse difficoltà le sta vivendo l’Inter. Ora addirittura anche Benitez, dalla Spagna, fa sapere la sua opinione. Ci tiene a far sapere che gli errori non erano suoi ma di Moratti. Senza però ricordarsi che se i suoi alibi sono stati gli infortuni, gli stessi infortuni sono quelli che finora hanno limitato l’Inter. Siete davvero sicuri che questa squadra, fra 10 giorni, quando saranno a disposizione e a l 100% Maicon, Stankovic, Tiago Motta, Poli, Snejider e Milito sarà ancora la stessa? Voi nella vostra squadra (non di Fantacalcio!) fareste davvero a meno di questi giocatori dovendo scendere in campo sempre ogni tre giorni e con una pressione pazzesca addosso? Ecco perché la programmazione all’Inter non va di fretta. Sicuramente si proverà per far arrivare Kucka da subito. Sicuramente c’è rammarico, soprattutto da parte di Gasperini, per non aver preso Palacio (5 gol e 4 assist!)visto che ancora Zarate non si è integrato. Difficilmente ci saranno a disposizione 40 milioni di euro (o più) per un grande colpo. Come detto la crisi, dura, che sta attraversando l’Italia non può non avere ripercussioni anche sull’industria calcio. Così bisogna fare di necessità virtù. Esattamente come sta facendo la Roma. In molti, me compreso, pensavano che l’acquisto di Osvaldo non fosse proprio un affare, a certe cifre. Ora, due mesi dopo tre gol e una convocazione in nazionale in più è necessario ricredersi. Il progetto Luis Enrique è stato difeso con forza e sta cominciando a dare i suoi frutti, visibili. La società sta continuando a seguire da vicinissimo giovani interessantissimi come l’uruguayano Nico Lopez per avere un presente certo e un futuro radioso (almeno nelle intenzioni). E anche sul fronte rinnovo De Rossi, il fatto che realmente Capitan Futuro sia al centro del progetto, si registrano segnali di ottimismo. La programmazione paga. Lo sanno a Napoli dove si festeggiano i due anni in panchina di Mazzarri. Numeri straordinari e un cammino costante sempre verso l’alto. Non è facile: in tanti sbandierano progetti quinquennali, nessuno ci riesce. De Laurentiis si: e questo è un merito innegabile. Da dividere con tutti quelli che in questi cinque anni hanno lavorato con lui, Mazzarri compreso. Che sarebbe potuto finire alla Juve, che invece alla fine ha scelto Conte. Ora tutti a dire che è un grande, che la Juve può puntare allo scudetto. Vero. Verissimo. Ma dopo aver inculcato di nuovo lo spirito Juve nello spogliatoio di Vinovo (e il buon avvio di stagione oltre alla grande carica di Conte aiuta) ora il difficile sarà gestire una rosa molto ampia (fuorirosa compresi). Giocatori che negli ultimi due anni erano in nazionale italiana (Amauri, Toni e Quagliarella) ora vanno in tribuna. Alcuni dei nuovi arrivi non hanno ancora giocato neanche un minuto. Finora ha avuto stra-ragione lui. La stagione è lunga, ma Antonio Conte le sue scelte le ha fatte e sono chiarissime. La programmazione a Torino è appena iniziata, bisogna continuare a crederci, anche quando le cose dovessero non andare bene come ora.
La Redazione
C.T.
Fonte: Luca Marchetti per Tuttomercatoweb
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