Il ritorno del figliol prodigo. Perché nell’era degli emigrati, che vanno all’estero per trovare fortuna, c’è qualcuno che pensa bene di andare contro corrente. Sulla carta di identità c’è scritto Marcello Trotta, nato a Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta il 29 settembre del 1992. Segni particolari: attaccante nato.
Molto più che una cosa da poco, tanto più che a notare le sue qualità è un allenatore navigato come Eriksson che di piedi buoni ed attaccanti ne capisce eccome. “Il Manchester City mi ha notato quando giocavo nelle giovanili del Napoli – racconta Marcello Trotta a gianlucadimarzio.com – e io ho accettato di trasferirmi all’estero per fare una nuova esperienza di vita”.
Inizia così il racconto di Marcello, che dopo la vittoria del suo Avellino contro il Frosinone ha aperto per noi il suo libro dei ricordi. “Sono tornato in Italia perché questo è sempre il mio paese e volevo mettermi in mostra anche in chiave nazionale”. D’altra parte Di Biagio non l’ha mai abbandonato, anche quando Marcello era in Inghilterra e faticava per trovare spazio nelle serie minori e nelle squadre giovanili del Fulham. “A Manchester sono rimasto pochissimo, mentre il Fulham è diventata la mia nuova casa”. Subito inserito in un calcio così diverso da quello italiano… “Sopratutto dal punto di vista delle strutture, perché in Inghilterra c’è molta più attenzione ai particolari, all’istruzione e alla crescita dei ragazzi”.
Di Biagio lo ha seguito, anche lì. Senza mai perderlo di vista, e Marcello lo sapeva bene. “Con il mister ho un ottimo rapporto. Ha creduto in me anche quanto non tutti mi conoscevano”. E adesso sogna di trovare un posto nel tridente d’attacco al prossimo Europeo Under 21 in programma a giungo in Repubblica Ceca. “C’è tanta concorrenza in avanti a me interessa solo darmi da fare e mettermi a disposizione dell’allenatore”. Scherza anche sul fatto che in attacco i favoriti siano tutti quelli che cominciano con la lettera B: Bernardeschi, Belotti e Berardi. “Le iniziali le lasciamo a loro, io spero di trovare un posto in campo e con il duro lavoro so che posso farcela”.
Un lavoro che passa sopratutto da Avellino e da Rastelli. “E’ un allenatore che punta molto sui giovani e riesce a valorizzarli al meglio, e poi è stato un attaccante e può darmi qualche consiglio in più su come fare gol”. Uno lo ha segnato contro il Frosinone dal dischetto, e un altro lo ha fatto fare al suo capitano D’Angelo con un assist geniale. “Per un attaccante segnare è molto improntate ma se vedo un compagno piazzato meglio passo la palla a lui perché alla fine conta vincere le partite. E magari spero che a parti invertite lui saprà ricambiare il favore”.
Una valigia sempre aperta, con dentro spirito di sacrificio, voglia di migliorarsi sempre e fame e vittorie: dall’Inghilterra all’Avellino nel segno del gol. Per uno abituato a viaggiare come Marcello Trotta, la strada che porta in Repubblica Ceca sembra già un po’ più in discesa.
Fonte: GianlucaDiMarzio.com
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