Benvenuti a Marassi, il giardino (forse) più invitante d’Italia: uno spicchio d’Inghilterra in casa nostra, atmosfera assai british, uno stile particolarissimo, come l’acustica, e spettatori rispettosi, che stanno ad un passo dall’arena e la riscaldano con il loro fiato. Benvenuti a Sampdoria-Napoli, la sagra dell’ex in salsa partenopea (e solo un po’ doriana), il pomeriggio d’emozioni forti, di richiami alle origini, di valori che restano, resistono e non vengono sopraffatti dall’esigenza del risultato: uno, ics, due, e vabbè; però prima e anche dopo, com’è già successo, una pacca sulla spalla ed una chiacchierata per rievocare ciò ch’è stato in tempi non così lontani. Benvenuti al «Ferraris» per Campagnaro e per Maggio, idoli di un passato che poi è anche abbastanza recente; e però pure un saluto per Donadel e una cavalcata malinconica per Nicola Pozzi, il bambino prodigio che avrà modo di ripensare ai suoi (veri) esordi da professionista. E’ la partita in cui si rimettono a posto i puzzle della propria carriera, in cui si coglie il senso pieno del calcio: perché Marassi rigenera.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro