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Marassi, benvenuto a Campagnaro e Maggio

Anche Donadel è un ex della partita

Benvenuti a Marassi, il giardino (forse) più invitante d’Italia: uno spicchio d’Inghilterra in casa nostra, atmosfera assai british, uno stile particolarissimo, come l’acustica, e spettatori rispettosi, che stanno ad un passo dall’arena e la riscaldano con il loro fiato. Benvenuti a Sampdoria-Napoli, la sagra dell’ex in salsa partenopea (e solo un po’ doriana), il pomeriggio d’emozioni forti, di richiami alle origini, di valori che restano, resistono e non vengono sopraffatti dall’esigenza del risultato: uno, ics, due, e vabbè; però prima e anche dopo, com’è già successo, una pacca sulla spalla ed una chiacchierata per rievocare ciò ch’è stato in tempi non così lontani. Benvenuti al «Ferraris» per Campagnaro e per Maggio, idoli di un passato che poi è anche abbastanza recente; e però pure un saluto per Donadel e una cavalcata malinconica per Nicola Pozzi, il bambino prodigio che avrà modo di ripensare ai suoi (veri) esordi da professionista. E’ la partita in cui si rimettono a posto i puzzle della propria carriera, in cui si coglie il senso pieno del calcio: perché Marassi rigenera.

«HUGO, HUGO» – L’urlo della gradinata, che rimbomba prima che cominci la sfida, un esplicito ringraziamento per la generosità dimostrata in cinquantaquattro partite tutto compreso tra campionato, coppa Italia ed Europa): Campagnaro, in quel biennio (2006-2008) era uno di loro, il toro che da esterno offensivo si impose come difensore, il quarto di destra; un tir sulla fascia o anche un indomabile faticatore che non tirava – né tira – mai indietro la gamba e che esalta. «Hugo, Hugo» gli è stato urlato due stagioni fa, per un istante, un soffio di signorilità per dirgli (ancora) grazie, per testimoniare che quelli della Sampdoria non dimenticano e anzi hanno il piacere di ricordarglielo.
FRECCIA AZZURRA – Nove reti tutte d’un colpo: e non era un bomber, ma l’esterno alto del 3-4-1-2 di Mazzarri. Un cursore, insomma: come adesso, come sempre, come quando s’impose alla Sampdoria, segnando a raffica, guadagnandosi le maglie azzurre: quella del napoli, arrivata al mercato del 2008 per la ragguardevole somme di 7 milioni di euro; quella della Nazionale, piovutagli addosso mica casualmente, ma perché la meritocrazia esiste.
SCAMPOLI – La Genova doriana per Donadel è uno spaccato relativo di se stesso, appena otto presenze e comunque la possibilità di vivere da dentro una realtà «diversa», d’un fascino particolare; però il Napoli, che stavolta andrà osservato dall’alto, per Nicola Pozzi è qualcosa in più: forse un rimpianto, chi può dirlo: ma a settembre del 2004, il diciottenne promettente che arrivò dal Milan a Paestum per il ritiro d’una squadra in costruzione sulle ceneri del fallimento, prometteva e pure tanto. Segnò un solo gol, a Lanciano, e poi dovette arrendersi ad un infortunio che ne frenò e ne ritardò la scalata. E’ il festival dell’ex: benvenuti a Marassi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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