“UEFA e Fairplay, sarà dura per le italiane”. Questo il titolo dell’articolo di fondo di Matteo Marani su Tuttosport: “Tre giorni fa, con l’esecutivo Uefa di Nyon, si sono conclusi 12 anni di Fair Play Finanziario – discusso e discutibile – per introdurre il nuovo Financial Sustainability Regulations. In attesa di vedere gli effetti finali che produrrà, dal momento che solo fra tre anni e mezzo sarà a pieno regime, possiamo abbozzare alcune considerazioni. La prima e più importante delle quali è che per l’Italia sarà un grosso problema (…). In vent’anni di tempo, mentre all’estero si costruivano club solidi, investendo in stadi e in dirigenti capaci, i nostri presidenti hanno mancato nell’aumentare i ricavi e nell’abbattere le spese. Il nuovo sistema Uefa rischia così di essere il famoso regolamento di conti finale. Oltretutto, a differenza del FFP di Platini, il meccanismo prevede sanzioni finalmente dure: multe, rose ridotte, penalizzazioni di punti a Coppe, con possibile retrocessione tra le manifestazioni in corso. Bisognerà compiere, lungo lo Stivale, tutto ciò che non è stato fatto sinora. E una volta tanto senza aiuti della politica”.
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