«Hanno avuto la bella idea di inserire nella fiction Gomorra 2 un killer dal soprannome Maradona: ora devono pagare, voglio 10 milioni di euro di danni»: Maradona, quello vero, si rivolge alla magistratura. Per tutelare se stesso e la propria immagine che, secondo il campione, è gravemente danneggiata, ma anche l’intera città di Napoli e il quartiere di Scampia utilizzato come scenario per la fiction televisiva. «Se volevano dare un soprannome ad un sicario – continua Diego – i produttori potevano dargli il proprio nome».
La serie tv di Sky sulla camorra, destinata agli schermi in numerosi Paesi, in onda in Italia a partire dal prossimo marzo, continua a creare polemiche. L’ultima è quella che vede protagonista Diego Armando che si è visto, suo malgrado, accostato ad un killer della malavita a cui è stato dato come soprannome proprio «Maradona». Senza aver chiesto alcuna autorizzazione per l’utilizzo del cognome al campione argentino che non ha gradito il fatto di ritrovarsi accostato ad un criminale. «È tutto fatto ad arte – rincara la dose Angelo Pisani, legale dell’argentino – La seconda serie di Gomorra punta solo a parlare male di Napoli, dando un’immagine falsa di Scampia e colpendo uno dei miti di Napoli più conosciuti al mondo, l’immagine di successo per la città che si vuole mortificare».
Per questo è scattata la richiesta di fermare la pellicola «per lo sfruttamento e l’usurpazione del nome di un soggetto vivente e il danno alla notorietà e all’immagine di Maradona che sarebbe accomunato a un’etichetta criminale e delinquenziale – conclude l’avvocato Pisani – Chiederemo il blocco di una produzione che danneggia l’immagine di Maradona e di Napoli». Oltre, naturalmente, al danno economico quantificato in dieci milioni di danni da devolvere poi in «beneficenza per la promozione della legalità e dello sport basati su esempi positivi».
In serata arriva anche la diffida formale alla Cattleya e a Sky, a cui si chiede di sospendere l’«ingiustificabile, arbitraria e temeraria usurpazione del nome Maradona, utilizzato come pseudonimo di un personaggio delinquenziale» di fermare «l’illegittimo sfruttamento con effetti denigrativi, della immagine e notorietà mondiale di Maradona, estraneo a tali ambienti criminali, con strumentale e pregiudizievole associazione del nome dello stesso a fatti criminosi, per affari televisivi in danno anche del mito e dei successi conseguiti dalla città di Napoli».
Fonte: Il Mattino.
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