E ormai è sempre un braccio di ferro, perché «il debituccio» di Diego Maradona col nostro erario è salito ancora. Di altri duemila euro. Non bastavano i soliti interessi di mora che salgono su ogni giorno che passa: la cartella esattoriale lievita ancora a causa di una nuova condanna. La Commissione tributaria provinciale di Napoli, fa sapere che, infatti, che respingendo come «inammissibile» un ricorso presentato dal campione, lo ha condannato anche a pagare il rimborso delle spese dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia per complessivi 2.000 euro.
I mastini del fisco per Maradona sono ormai peggio di Goicoechea, il basco che trent’anni fa lo ha quasi azzoppato. Il suo legale, Angelo Pisani, però ieri ha convocato una conferenza stampa per cercare di fare chiarezza su questo intrigo fiscale che sembra senza via d’uscita spiegando che è pronto il ricorso dell’ex campione argentino alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. «Ancora una volta l’Agenzia delle Entrate in maniera strumentale e fuorviante cerca di confondere la realtà. Si tratta di un’istanza di sgravio in autotutela per definire bonariamente alcune cartelle che impugneremo in appello», dice l’avvocato spiegando la condanna a duemila euro di cui parla la commissione tributaria.
Poi sulla cartella esattoriale da circa 40 milioni che Maradona dovrebbe pagare al Fisco italiano, l’avvocato spiega ancora: «Chi ha perso il ricorso – ha detto Pisani – non è stato Maradona ma l’Agenzia delle Entrate. La sentenza depositata il primo febbraio è stata scritta ad arte per far sembrare che avessimo perso. Ma non è così. La verità è che il ricorso delle Entrate è stato rigettato ed è stata confermata la sentenza della giustizia tributaria del ’94 che affermò che gli accertamenti fiscali nei confronti del Napoli e dei suoi calciatori al centro del contenzioso erano nulli. Insomma, Maradona è stato assolto in sede fiscale anche se è andato avanti l’accertamento per il recupero delle presunte somme».
Pisani annuncia il ritorno di Maradona: «Sarà Italia nei prossimi giorni per spiegare pubblicamente la sua situazione. È un cittadino libero e non esiste una sentenza che gli vieti di tornare nel nostro paese». In effetti è così: Diego può venire a Napoli e nel nostro Paese ogni volta che vuole. Ma il punto è che il fisco, puntualmente, appena mette piede nel suolo italiano gli confisca qualcosa: una volta un orecchino da 4mila euro (rivenduto all’asta per 25mila euro a Miccoli); un’altra volta due Rolex e una terza volta in compensi tv della partecipazione a «Ballando con le stelle».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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