Via Scipione Capece: è la Napoli (calcisticamente) milionaria, lo spicchio di terra che custodisce el pibe de oro, con i suoi affetti, i suoi pensieri sparsi, el corazon che batte. Donna Tota c’è stata, più volte: e persino quando non c’era, se ne avvertiva la presenza. 1984-1991, dove tutto è Diego: le strade, la memoria, la felicità del bel tempo ch’è stata, il dolore collettivo che dilaga sui social network e che spinge chiunque a scrivere due righe, a versare affetto affinché a Baires ne giunga un pochino, seppur distillato. Di mamma ce n’è una sola e Maradona la sua donna Tota l’aveva lasciata amare alla Napoli perdutamente devota al proprio eroe e la invocava e la evocava fino a farla attraversare – pur simbolicamente, talvolta – quei sentieri d’una felicità di massa. La «tota», poi, divenne Ciccio Romano, il regista infilato a sorpresa in quel meccanismo magico e battezzato da Maradona come una seconda mamma, una guida rassicurante per una squadra che aveva avvertito l’esigenza d’essere condotta per mano. C’è Maradona, ora, sul sito del Napoli, che nella sua home page si stringe « attorno a Diego con De Laurentiis, lo staff tecnico e i dirigenti »; c’è Maradona nel primo pensiero notturno di Lavezzi, che al suo ct dedica un messaggio su twitter esprimendo «Le Proprie Condoglianze Per La Perdita Di Una Signora Tanto Amata Come Donna Tota»; c’è un Maradona, quel Maradona, pure nella sensibilità di Federico Fernandez, che ha ventidue anni, non ha mai visto giocare quel genio ma che come tutti gli argentini ne ha subito il fascino eterno e che ora prova a dargli coraggio con « un forza Diego, questo è un momento difficile ». E Napoli prova a lenire il dolore.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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