«Oggi piango un caro amico e un grande giornalista, che mi ha accompagnato negli anni più belli della mia vita,quelli di Napoli e degli scudetti». Questo il ricordo di Diego Armando Maradona per la scomparsa di Carlo Iuliano. Lui, Carlo, alzava la voce solo per sopperire ai centimetri che gli mancavano. Ma dentro era un buono, pronto alla battuta, generoso, capace di districarsi nelle situazioni più delicate. Carlo Iuliano ha rappresentato la storia del Calcio Napoli. Non solo da capo ufficio stampa, ruolo che ha svolto per oltre vent’anni, ma anche da addetto alle relazioni esterne e soprattutto da confidente principe di presidenti, calciatori e direttori sportivi o generali. Giornalista professionista, laureato in Giurisprudenza, Iuliano entrò nel Napoli nel 1967, dopo aver lavorato al quotidiano Roma e continuando poi a svolgere mansioni di caposervizio all’Ansa. E’ stato anche la prima voce radiofonica, su Antenna Capri, a raccontare le gesta del Napoli in casa e fuori.
«Piccolo e indispensabile», dicevano di lui. «Dov’è Carletto?», chiedeva Maradona quando c’era da affrontare una conferenza stampa particolarmente affollata. E lo volle anche al suo matrimonio. Un personaggio apprezzato in Italia ed all’estero. Soprattutto scaltro ed attento. «Chiedete a Iuliano», usava rispondere Ferlaino per dribblare le domande più insidiose. «Ci pensa Carlo», ripeteva Luciano Moggi. E quando le situazioni imponevano i silenzi stampa, lui se ne usciva così: «Il giocatore vi ringrazia ma preferisce non parlare». Se n’è andato con la sua umiltà, senza neanche pronunciare quella fatidica espressione: «Per l’anima mia». Non ce n’era bisogno: per lui s’aprivano le porte del Paradiso.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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