TORINO – E’ un’eco chiarissima che arriva sino allo Juventus Stadium: è la voce del cuore, che parla, ed è la voce di Diego che si diffonde.
«SIVORI, LA JUVE» – E’ un passaparola struggente, emozioni che riconducono a ciò ch’è stato: e mentre si sta per cominciare, il Maradona che si concede a «Stop & gol» su Cielo diviene (inevitabilmente) il protagonista d’una sfida nella quale la sua ombra s’avverte. «Vero: potevo andare alla Juventus. Mi ci voleva portare Omar Sivori prima che andassi al Barcellona, ma ero troppo piccolo e non volevo lasciare l’Argentina. E poi in quel periodo la Fiat aveva problemi con gli operai ed io costavo poco».
«TIFO NAPOLI» – Juventus-Napoli è il Calcio del Terzo Millennio ma è anche Storia d’un Secolo mica poi così lontana: la Partita oggi, la Partita ieri, la Partita di sempre, osservata da un Diego senza nostalgia. «E’ arrivato il momento che i tifosi del Napoli provino di nuovo l’emozione dello scudetto. In questo momento, non saprei sbilanciarmi: mi pare che ci sia da lottare, come dimostra il pareggio della Roma con il Sassuolo. Ma il progetto di Benitez procede, a prescindere e se mi chiedete un pronostico, io dico Napoli per tutta la vita».Ma è un revival sino a un certo punto, perché poi c’è un futuro da abbracciare e sogni da governare, da dominare o anche da coltivare per chi è stato il più grande e che ora osserva e spera… «Che un giorno… Darei qualsiasi cosa per allenare il Napoli, però bisogna saper aspettare il momento giusto. E comunque non basta la voglia di allenare, oggi, ma bisogna anche essere amico di un grande rappresentante. Ci sono tecnici che girano più di me: ad esempio, Villas Boas».
Fonte: Corriere dello Sport
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