In Argentina, lo chiamano ancora Dios, anzi «D10s», scritto proprio così, mettendo il numero 10 dentro la parola, palleggiando con le lettere come Maradona faceva col pallone. E allora Diego nel suo Paese può prendersi qualsiasi lusso. Anche di avere parole dure contro chiunque: da Passerella e Bilardo, da chi criticava Messi a Hugo Campagnaro. Campagnaro è titolare nella Seleccion di Alejandro Sabella e Maradona, che ha guidato la nazionale albiceleste dal 2008 al 2010, ha usato parole pesanti nei suoi confronti: «L’Argentina? Non la vedo, non la posso vedere. A me mi hanno massacrato perché ho schierato Otamendi laterale, ma in questa Seleccion gioca uno come Campagnaro, che sarà pure un bravo ragazzo, ma nessuno lo conosce deve mostrare il documento di identità per giocare nella Seleccion: nessuno lo conosce. Ha bisogno di un documento persino per entrare in casa. Meglio che se ne resti a casa sua, a Napoli. Dite che è un grande marcatore? Ma che c… dite!».
Il mondiale del 2010 è una ferita ancora aperta per l’ex ct della Seleccion: l’Argentina rimproverò a Maradona scelte assurde (fuori Samuel, in panchina Burdisso, fiducia ai disastrosi difensori centrali Dominguez e per l’appunto Otamendi). Maradona, attuale consulente degli Emirati Arabi per lo sviluppo del calcio, ha rilasciato queste parole a Fox Sport. Diego aveva lasciato l’Argentina dopo il fallimento ai Mondiali 2010: venne eliminato nei quarti di finale dalla Germania. Ha parole dure anche sui detrattori di Messi: «Gioca nel Barcellona come vuole». E aggiunge: «Ora sono tutti suoi amici di Messi, prima lo criticavano perché poiché non cantava l’inno era spagnolo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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