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Maradona al Fisco: «Pago la sanzione ma solo per il ricorso non presentato»

L’annuncio arriva in tarda serata da Dubai: Maradona pronto ad accordarsi con il Fisco. Ma non sulla violazione fiscale, che lui considera inesistente e che è lievitata fino a 39.074.670,48 euro con gli interessi di mora. L’ex campione del Napoli si offre per pagare una penalità per «mancata opposizione» all’accertamento del ’91, che vide assolti i suoi ex compagni Alemao e Careca. Spiega Diego: «Sono vittima innocente di un sistema senza umanità e giustizia. Non sono mai stato un evasore e sui miei contratti risultano pagate sempre le tasse: io non rubo niente. Non ho mai ricevuto alcuna notifica e comunque non avrei potuto contestarla perché in quel periodo ero più morto che vivo a causa della tossicodipendenza. Ma per amore dei miei tifosi e per una soluzione istituzionale chiedo di farmi pagare una penalità per la mancata opposizione, come hanno fatto gli altri giocatori e Ferlaino, che non mi ha mai avvisato dell’accertamento. Per il bene di tutti e per il rispetto dell’Italia chiedo di farmi pagare una multa per mancato ricorso ad una violazione mai esistita al fine di far capire a tutti la verità. Ma nella conciliazione dovrà essere chiaro che non sono stato mai un evasore. Mi auguro che, a distanza di tanti anni, vinca la verità e che questa ferita possa essere ricucita: io voglio essere esempio di buoni valori anche nelle controversie con il Fisco». Diego e il suo legale napoletano hanno fissato la linea da seguire nella scorsa serata, lungo colloquio via Skype Dubai-Napoli. Spiega l’avvocato Angelo Pisani: «Maradona è legittimamente fermo su un punto: non è un evasore e lo dimostrano le sentenze che vi sono state negli ultimi vent’anni. Si sente responsabile a proposito dei tempi dell’opposizione all’accertamento, ma come è noto nel ’91 non si trovava più in Italia, anzi era ricoverato in Argentina per gravissimi problemi di salute. È disposto, pertanto, ad accettare una sanzione esclusivamente per quel ritardo». Per una cifra molto più bassa, ovviamente, rispetto a quella dell’accertamento – 12 miliardi di lire, pari a 6,5 milioni di euro – anche se l’avvocato Pisani non la quantifica. «Diciamo che potremmo prendere a modello gli “sconti” che hanno ricevuto celebri evasori accertati». Due milioni, su questa cifra più o meno potrebbero ragionare i rappresentanti dell’ex capitano del Napoli. «E comunque sarebbero soldi “regalati” allo Stato perché nulla è dovuto e Maradona ha ragione al cento per cento. Questa iniziativa dimostra la buona volontà di Diego a trovare una soluzione istituzionale e infatti presenteremo la proposta al ministero dell’Economia, all’Agenzia delle entrate, ad Equitalia, ma anche al Quirinale e alla Comunità europea perché si tratta di un caso che travalica i confini», sottolinea Pisani. Finora l’Agenzia delle entrate è stata rigida e si è attenuta alle cifre espresse sulle cartelle che sono state consegnate a Maradona in occasione dei viaggi effettuati in Italia negli ultimi dieci anni. «Perché Diego fa questa proposta? Mercoledì compie 53 anni e non ritiene di doverne aspettare altri trenta per vedere riconosciuto un proprio diritto, come è accaduto alla signora Sofia Loren», dice il legale. Lo staff di consulenti a cui l’argentino si è affidato tre anni fa ha suggerito questa proposta perché la vicenda-Fisco blocca eventuali attività che Diego potrebbe intraprendere in Italia, commerciali o professionali: il suo grande sogno è lavorare per il Napoli e un giorno sedere in panchina al posto di Benitez. «Ho fatto tanto per questa squadra, ho vinto due scudetti e la Coppa Uefa: un ruolo mi spetta», ha detto più volte. L’aspetto – paradossale – della vicenda è che Maradona, inseguito dal Fisco, potrebbe rivelarsi un testimonial contro l’evasione. «Noi speriamo che questa proposta possa essere accolta e che si possa utilizzare la vicenda di Diego – una volta terminata – per lanciare un segnale sul rispetto dei diritti dei cittadini. Ricordiamolo: lui non è stato mai condannato da un giudice», il commento del suo legale che dopo aver articolato la proposta volerà a Dubai per festeggiare il compleanno del campione. Sarà un mercoledì intenso: prima la torta con 53 candeline e poi la diretta della partita del Napoli del Pipita Higuain, pupillo di Diego, a Firenze, dove l’ex campione segnò uno dei suoi gol più belli nel gennaio dell’85.

Fonte: Il Mattino

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