Vuole il cuore oltre l’ostacolo. Lo ha chiesto alla città attraverso il diesse Lupo e il suo allenatore, Piero Braglia, lo chiederà alla squadra nei prossimi giorni. Anche per il presidente Manniello l’esperienza alla guida della Juve Stabia è ad un bivio, e lo sa bene. Battere il Trapani, domani al Menti, vuol dire tanto, tutto.
Sette punti in classifica sono un bottino fin troppo magro per sperare nella salvezza per il terzo anno di fila, ma i segnali di ripresa della squadra nelle ultime settimane, le prestazioni contro Varese, Modena e Avellino sono sotto gli occhi di tutti, e lui sembra più che mai convinto di essere ancora in corsa: «Sono dello stesso avviso di Braglia – grida forte – domani battiamo il Trapani, e da qui alla fine del girone di andata mettiamo le basi per restare in serie B anche il prossimo anno. Ad inizio settimana abbiamo analizzato la situazione insieme ai miei più stretti collaboratori (il diesse Lupo, il consigliere Improta e il diggì Filippi), e abbiamo ritenuto che le prestazioni della squadra potessero avere un seguito e, magari con un pizzico di buona sorte in più, metterci finalmente sul giusto binario per restare attaccati al treno salvezza. Da qui la decisione di confermare ancora Braglia».
Una scelta che, sia pure a tempo (il tecnico difficilmente potrà proseguire la sua esperienza stabiese qualora domani le cose non andassero per il verso giusto), Manniello benedice: «Non ero allo stadio, ma ho ascoltato la conferenza di Braglia. E questo mi ha convinto ancora di più sulle reali possibilità di centrare questo benedetto successo casalingo. Ho rivisto l’allenatore di tre anni fa, arrabbiato, deciso, convinto e con la giusta grinta. Sono certo che in questi giorni ha letteralmente messo sotto torchio la squadra, e domani vedremo la sua Juve Stabia, quella che da tre anni se l’è sempre giocata contro tutto e tutti».
Mancheranno Scozzarella e Baraye squalificati, ma anche Caserta e Di Carmine infortunati: «Non sono assenze di poco conto – mastica amaro Manniello – ma in questa partita non conta nulla. È una di quelle gare in cui bisogna letteralmente gettare il cuore oltre l’ostacolo. Non so quali saranno le scelte dell’allenatore, ma sono convinto che in campo ci andrà chi è più arrabbiato, chi ha più fame, chi ha quel quid in più da mettere a disposizione della squadra».
La città è chiamata a raccolta, come hanno già detto Lupo e Braglia: «Chi tiene alla Juve Stabia – il patron fa sue le parole dell’allenatore -, non può non essere al Menti. Personalmente sono convinto che non tutta la città abbia a cuore la serie B, ma quelli che realmente ci tengono, quelli che vogliono mantenere questa categoria, dovranno darci una mano. Il nostro stadio è stato sempre il fortino in cui abbiamo costruito le nostre imprese, dalle promozioni alla salvezza. Deve tornare ad essere tale».
Nelle prossime sette partite, Trapani compreso, quattro al Menti e tre in trasferta, determinante, dunque, il fattore campo: «Non c’è dubbio. Se vogliamo provare a giocarci ancora qualche chance salvezza, non possiamo fallire le gare in casa. A partire da quella di domani. Col Trapani contano solo i tre punti…»
Fonte: Il Mattino.
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