Il primo ad arrivare in sala stampa è Braglia. L’allenatore della Juve Stabia è arrabbiato. E non è difficile leggerglielo in volto. Anche questa volta lo stadio intitolato all’olimpionico Alberto Braglia, il ginnasta modenese suo omonimo scomparso a metà degli anni Cinquanta, non gli porta bene. Il Modena, come il Sassuolo dieci giorni prima, ha vinto con un gol nel finale. Allora la squadra del numero uno di Confindustria Squinzi segnò al 90’, ieri i “canarini” si sono imposti all’83’. Una sconfitta costata l’aggancio al sesto posto da parte degli emiliani di Marcolin. «Quando vengo qui succede sempre qualcosa– tuona l’allenatore con la solita schiettezza – è strano. Non si tratta di sfortuna, ma di errori». Chiaro il riferimento al fallo di mano di Greco che ha propiziato l’azione del gol di Ardemagni, poi favorito dallo svarione di Maury, e al rigore reclamato da Improta. «Quando si tratta di errori bisogna prenderne atto, il ragazzo negli spogliatoi mi ha detto che era rigore», continua davanti a microfoni e taccuini. E la partita? L’analisi è schietta. «Nella ripresa siamo calati, abbiamo concesso molto e anche fatto confusione. Questa era una partita, anche per come era cominciata, che poteva portare a qualcosa di diverso. Il risultato fa rabbia, si può e si deve giocare meglio e soprattutto si deve gestire meglio il pallone».
L’attenzione poi si sposta sulle assenze, in particolare quelle degli attaccanti Mbakogu e Bruno, a cui ha fatto il paio il recupero in extremis di Danilevicius, non al top. «Mancavano un paio di attaccanti di ruolo – continua l’allenatore – a me del sesto posto non frega nulla. Devo essere realista, quando ci sono tutti possiamo fare bene».
Il presidente Franco Manniello ha seguito la sfida in tribuna al fianco di Franco Giglio che con lui condivide la carica al vertice della società. Il massimo dirigente non si trattiene. «Vorrei chiedere all’arbitro – dice – perché mai Improta, che era solo davanti alla porta, avrebbe dovuto buttarsi a terra. Sul loro gol poi è stato evidente il tocco di mano di Greco. Ho detto al delegato della Procura federale fin dove possiamo arrivare. Non è giusto rovinare così i sacrifici della società e il lavoro della squadra. Ringrazio Braglia, gli ho detto che finalmente quest’anno non dobbiamo più giocare a Modena, dove abbiamo perso due volte in dieci giorni. Sono contento della prestazione della squadra».
Poco dopo in sala stampa arriva l’attaccante Marco Cellini, un ex di turno. «Questo – dice l’attaccante – è un campo stregato per noi ma ce la siamo giocata alla pari con il Modena. Abbiamo disputato un ottimo primo tempo, poi siamo un po’ calati. C’è il rammarico del gol subito nel finale anche se in campo abbiamo avuto l’impressione che Greco abbia toccato il pallone con la mano e di non aver sfruttato le due, tre ripartenze della ripresa». Ma il tocco di mano non è stato l’unico motivo di protesta della Juve Stabia. In casa gialloblu ci si lamenta anche per un rigore non concesso a Improta. «Riccardo – continua Cellini – era a tu per tu con il portiere e non aveva nessun motivo per cascare a terra. Ma adesso guardiamo al Lanciano».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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