“«Non cercate alcuna soluzione, è il San Paolo il tempio del pallone» recita uno striscione nella curva A. Per i tifosi le primarie del calcio le vince il vecchio, acciaccato e annacquato impianto di Fuorigrotta, baciato per due ore dal dio del meteo che non ha fatto rimpiangere gli ombrelli obbligatoriamente lasciati ai varchi. Commozione e festa nell’insolito mezzogiorno di fuoco. Appoggiati alla ringhiera di recinzione sotto la curva A, davanti alla foto di un giovane tifoso che non c’è più, due mazzi di fiori depositati a inizio gara da Inler e Cavani: «Ciao Valerio», il turco napoletano gli dedica il primo gol. «Il calcio è come il sesso» azzarda in radiocronaca marziana Gianluca Gifuni preoccupato alla fine del primo tempo. Poi, però, sugli spalti decine di piccoli supporter, ospiti con mamma e papà nei settori Family, saluteranno il campo con la «manita» della cinquina. Lo speaker dello stadio, le corde vocali messe a dura prova dopo ogni rete, se ne va afono, io lascio la Tribuna con l’eco di «Chi non salta juventino è!» che rimbomba nelle scale. Nell’aria profumi di genovese e ragù, il pranzo dei tifosi è servito. Un sontuoso banchetto da cinque portate”.
Cecilia Donadio per “Il Mattino”
La Redazione
P.S.
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