NAPOLI – Rione Sanità, uno dei quartieri storici nel cuore di Napoli, tanto caro in passato sia a Totò che a Edoardo De Filippo ma anche il quartiere prescelto da Renzi e Grillo per i loro discorsi elettorali. Da quelle parti, però, è anche il punto di ritrovo di alcune frange estreme del tifo partenopeo.
MANICHINO. Tutto è successo a pochi passi da Forcella e via Foria. Ieri mattina sulla facciata di un palazzo medievale sono apparsi due lenzuola bianche con al centro un manichino con la maglietta della Roma ed una corda legata al collo. Sulle lenzuola, c’erano scritte minacciose e tetre: la prima, riferita a Daniele De Santis, l’ultrà romanista indagato per il ferimento con arma da fuoco del tifoso napoletano Ciro Esposito, «Ciro, non faremo festa finché di Gastone non avremo la testa. Romanista infame»; la seconda rivolta a Totti e la moglie. Due scritte con vernice rossa notate all’istante ieri mattina dagli abitanti del quartiere. A distanza di quasi un mese dai fatti incresciosi avvenuti prima della finale di Coppa Italia all’Olimpico tra Napoli e Fiorentina, sembra non placarsi l’onda di odio e la sete di vendetta che anima la tifoseria partenopea nei confronti di quella romanista per quello che è successo poche ore prima la finale di coppa Italia tra il Napoli e la Fiorentina. E tutto questo con due giovani ancora ricoverati al Gemelli di Roma per ferite d’arma da fuoco, di cui uno, Ciro Esposito, sempre in condizioni critiche.
APPELLI. A nulla sono valsi i ripetuti e più che condivisivili appelli della mammma di Ciro Esposito a mettere da parte i rancori che esistevano giù prima e che adesso sono diventati molto più accesi. La Polizia, ieri mattina, è prontamente intervenuta sul posto e ha provveduto a far rimuovere il tutto, avvalendosi anche di una squadra dei Vigili del Fuoco. I poliziotti hanno anche raccolto le prime testimonianze. Su un muro, poco distante dal quadro macabro, anche la scritta, “Speziale libero” (la stessa apparsa sulla maglia che è costata il daspo a Genny De Tommaso detto ‘a carogna) e poi il classico e doveroso “Ciro non mollare”.
RICOSTRUZIONI. Dalle primissime ricostruzioni, pare che l’idea delle lenzuola minacciose insieme a quella del manichino impiccato, non siano state frutto di gruppi organizzati che pure affollano il popoloso rione Sanità. Bensì il tutto sarebbe frutto di un tifoso singolo, nonchè evidentemente squilibrato. Ma gli investigatori che presenteranno una denuncia nei confronti di ignoti (per ora) per reato di minaccia non escludono neppure un’altra pista: quella di voler spostare le attenzioni dal momento che un pentito ha appena tirato in ballo Genny ’a carogna per traffico di droga. Insomma nulla in questo momento viene escluso ed anche questo fascicolo finirà sul tavolo del pool della Procura che da anni indaga sul tifo violento nelle due curve dello stadio san Paolo e che buoni risultati aveva raggiunto negli ultimi tempi.
Fonte: Corriere dello Sport
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