Due medaglie già sicure. E adesso tocca a lui, Murzy. Vincenzo Mangiacapre, 23 anni, ha il soprannome di Murzetto, tipico dolce di Marcianise, la sua città. «Duro fuori e morbido dentro, dicono che sono così». Stasera alle 22.45 (ora italiana) sfida il kazako Daniyar Yeleussinov, di due anni più giovane, e punta alla semifinale che assicura il posto sul podio alla prima Olimpiade.
«Che caratteristiche ha l’avversario? Non l’ho studiato bene, tanto so come andrà a finire». Sicuro di se stesso e quindi della possibilità di arrivare fino all’ultimo atto dei Giochi: la finale per l’oro nei 64 kg. Appassionato di Facebook, ieri ha inviato un messaggio dalla sua pagina ufficiale: «Ci siamo gente, siete pronti per il grande sostegno?». E poi parole di incoraggiamento per altri due marcianisani.
Clemente Russo è arrivato alla semifinale e alla medaglia, però ha ricevuto critiche. Domenico Valentino detto Mirko è stato eliminato e massacrato, dialetticamente, dal ct Francesco Damiani, che si augurava di poter vincere la medaglia dei 60 kg. Le parole del tecnico sono state durissime: «È finito come pugile».
E al Villaggio si respirava ieri aria di tensione, per fortuna la pattuglia campana è numerosa e ha cercato di rasserenarlo. Non è intervenuto il presidente federale Franco Falcinelli: come delegato tecnico dell’Aiba ai Giochi, non può esprimere parere sulle vicende della squadra italiana.
Mangiacapre ha trascorso la vigilia allenandosi con Raffaele Bergamasco, l’ex pugile di Torre Annunziata che affianca Damiani all’angolo: c’era la necessità di smaltire poco meno di un chilo per entrare nel peso forma. La sua medaglia sarebbe la grande novità per l’Italboxe, anche perché tre anni fa Vincenzo era stato sul punto di scendere definitivamente dal ring. La sua fonte di ispirazione è Muhammed Alì. Sono pugili nati nello stesso giorno: 17 gennaio. E c’è una frase detta da Clay che piace a Mangiacapre: «Dentro un ring non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere per terra». Rialzarsi e combattere, per arrivare all’oro.
Lui non è già personaggio come Russo, però è stato il protagonista di una docu-fiction «Fino all’ultimo round», andata in onda nell’autunno 2010 sul canale Fx Italy. Un racconto in dieci puntate sulla vita dei pugili, girato prima dei Mondiali. Mangiacapre non pensa al mondo del cinema e della tv: lo spettacolo vuole darlo sul ring e per questo, sempre su Facebook, ha chiamato a raccolta gli amici di Marcianise. Di certo l’Italboxe aspetta il successo di Vincenzino per restituire il sorriso a un team turbato dal botta e risposta tra Damiani e Valentino, avvenuto lunedì sera davanti a taccuini e microfoni.
Venerdì le prime due semifinali, quelle conquistate da Cammarelle e Russo, oro e argento a Pechino 2008, nei +91 e 91 kg. Il loro debutto alle Olimpiadi non è stato brillante ma probabilmente hanno riservato le energie migliori per i match che assicurano il posto al sole, ovvero una delle prime due piazze. «Vedrete, la semifinale sarà tutta un’altra cosa», hanno assicurato i due pezzi da novanta della boxe italiana. Cammarelle ha deciso di ritirarsi a 32 anni anche per i problemi fisici che da tempo affliggono; mentre Russo sta per entrare nel mondo del professionismo. Entrambi vogliono congedarsi dalla Nazionale dopo tre Olimpiadi con un doppio trionfo. «Da dedicare anche a maligni e invidosi, quelli che non mancano mai».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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