Comincia lui, a petto in fuori. «Sono orgoglioso di essere stato l’allenatore di questa squadra». Sembra un commosso addio, in sala stampa, dopo una finale europea persa senza rinunciare alla dignità. Ma Devis Mangia rimanda l’annuncio. Anzi, a domanda precisa scuote la testa: «Decidiamo nei prossimi due o tre giorni con il presidente. Ma una cosa è sicura. Non sarà facile ritrovare un gruppo così forte. Non parlo solo di questioni tecniche o tattiche, ma di carattere». Giancarlo Abete conferma i dubbi sull’Under 21: «Parleremo presto. Ma se Mangia vuole, la porta è spalancata».
MATURITA’ – Il ct, rivivendo la finale, ammette: «Purtroppo la Spagna è superiore. Non tanto nella qualità quanto nell’esperienza. Non puoi farne una colpa ai giocatori. I ragazzi cresceranno e presto saranno al livello dei migliori. Se io li avessi a disposizione nei club li farei giocare. Chi è bravo e merita, per me va in campo a prescindere dall’età». Forse la partita dell’Italia è finita prima di cominciare: «Io ci credevo, ero convinto di farcela. Ma forse la tensione della vigilia era troppo alta». Ha provato a sorprendere la Spagna con il recupero palla rapido e il lancio in profondità: «Non potevamo sfidare la Spagna a ritmi alti per tutta la partita, eravamo stanchi. E così abbiamo provato a sfruttare l’inserimento di Immobile e Florenzi, cercando il palleggio con Insigne». A posteriori avrebbe rinunciato a qualche convocazione dell’ultim’ora (Destro?): «Non avevo tempo per decidere e ho portato chi mi dava più garanzie. Purtroppo non potevo conoscere le condizioni atletiche di ognuno».
TRISTEZZA – I giocatori azzurri lasciano lo stadio Teddy con l’aria mesta. «Non devono essere tristi – ricorda Arrigo Sacchi, che ha riorganizzato il settore giovanile – hanno dato il massimo. Come Mangia. Purtroppo in Italia conta più il giocatore del gioco, il singolo del collettivo. E finché sarà così, la Spagna ci sarà superiore. Mi auguro che le cose cambino. Noi come federazione ci stiamo provando». Anche Ciro Immobile ci aveva provato. A cambiare una finale già scritta: «All’inizio avevamo un po’ di paura ma abbiamo dimostrato carattere. Peccato che il mio gol non sia servito». Chiude Marco Verratti, mentre Insigne lascia il campo in lacrime: «C’è stato qualche episodio a sfavore ma bisogna essere onesti e riconoscere che la Spagna è più forte. Per quanto mi riguarda, spero di rifarmi l’anno prossimo con la nazionale maggiore in Brasile».
TRIONFO – Nello spogliatoio spagnolo la gioia è incontenibile ma Julen Lopetegui rende onore all’Italia: «E’ una grandissima squadra. Noi abbiamo giocato una partita perfetta nel momento perfetto. E ora festeggiamo». Lui lo farà poco, visto che venerdì (!) dovrà debuttare alla guida della Spagna Under 20 nel Mondiale in Turchia. Forse la crescita dei giovani si ottiene anche attraverso i vasi comunicanti. O attraverso il talento di gente come Thiago Alcantara, che sfoggia il pallone della tripletta: «E’ una serata incredibile, per me soprattutto. Ma la vittoria non è merito mio. E’ merito di 23 grandissimi giocatori». Nato in Italia, pensa all’Italia solo in un senso: «Ci tornerò sicuro. In vacanza, con la barca…». Gioca nel Barcellona, vagli a dare torto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
G.D.S.
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