“La sconfitta prima o poi doveva arrivare. Certo, la partita poteva finire anche in un altro modo. La squadra è giovane ed è forte”. Lo ha detto il ct azzurro Roberto Mancini in collegamento da Coverciano con il Festival dello sport di Trento, in merito alla sconfitta subita dalla Spagna. “L’atteggiamento non è stato sbagliato, abbiamo sempre riconosciuto che la Spagna gioca benissimo tecnicamente, da oltre 20 anni, sono abituati più di noi. Sapevamo avrebbero avuto più possesso palla, ma il primo tempo poteva finire 1-1. Chiaramente l’espulsione ha condizionato il secondo tempo. Undici contro undici sarebbe stata un’altra partita. Nella ripresa poteva finire con una goleada per la Spagna, abbiamo concesso invece poco e siamo riusciti a fare un gol, sperando di farne un altro. Sarebbe stato molto difficile, è chiaro. Questa partita ci deve dare la forza e la consapevolezza che siamo una grande squadra. Non condivido con chi ha detto che non abbiamo messo impegno, non ci siamo messi ad attaccare. Europei? Eravamo convinti di potere fare qualcosa di speciale. Il nostro pensiero era quello di vincere, con un mese lunghissimo e un sacco di problematiche da affrontare, ma sapevamo di avere un buon gruppo. Lo slittamento è stato importante, perché tanti ragazzi più giovani hanno potuto giocare di più con il club. Quell’anno lì ci ha dato maggiore possibilità, hanno potuto giocare di più e Locatelli è l’esempio, io pensavo di portarlo al Mondiale, ma si sono accorciati i tempi e ci ha fatto piacere. Berardi? Sì, può darsi. Poi quell’anno lì ha fatto benissimo ed è stato un giocatore molto importante per noi. Solo Meret non ha giocato? Ci ho pensato, magari la finale se siamo 3-0 lo metto gli ultimi tre minuti (ride, ndr). Con il Galles avevo finito i cambi, non c’era più spazio. Ripagheremo in un’altra situazione. Ci è dispiaciuto, è chiaro. Ma era importante dare a tutti la possibilità di presenza all’Europeo. Chiesa? Era solo un problema di condizione, Berardi all’inizio stava un po’ meglio. Quindi abbiamo deciso di iniziare così, ma sapevamo sarebbe stato decisivo. I ragazzi entrati dalla panchina hanno cambiato la partita: la sfida contro l’Austria è stata la più dura. Non avevo nessuna intenzione di cambiare la squadra, alle volte fai fatica. Sapevo che quella con il Belgio sarebbe stata una grande partita, il problema dell’eliminazione diretta era la prima. Già alla seconda cambia. Rigori? Sono stati tutti molto coraggiosi, eravamo arrivati alla semifinale, avevamo l’ultimo sforzo per arrivarci. Non è semplice tirare un rigore, dopo 120 minuti, alla sesta partita del campionato d’Europa. Sapevamo chi potessero essere i rigoristi, poi subentra il momento, la certezza di essere tranquilli. Chi va può anche sbagliarlo. La nostra fortuna è stata avere il migliore portiere del mondo, in questo momento. L’abbraccio con Vialli? Ci conosciamo da quando siamo ragazzi, quindi in quell’abbraccio c’era tutto. È stata una situazione particolarissima, emozionante, vincere l’Europeo è stato – e Materazzi lo sa – si rappresenta la Nazione, non solo un club. L’emozione è stata tanta. Balotelli? Ho passato tantissimi anni con lui, ora sono vaccinato (ride, ndr). Non so, Mario ha 31 anni, le porte della Nazionale sono aperte, nessuno è mai stato dimenticato. Se c’è la possibilità valutiamo tutte le situazioni positive per la squadra. Per domenica per noi è importante perché dobbiamo rimanere nelle prime sette del ranking per la qualificazione al Mondiale, vediamo le situazioni fisiche. Tante volte avremmo dovuto chiamare calciatori più giovani, ma anche l’Under21 deve qualificarsi nel proprio girone. A malincuore li lasciamo, anche solo inserirli nel gruppo fa migliorare, anche se alle volte è difficile, ci sarà occasione”.
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