DIMARO – Una comparsata di 40 secondi per salutare i tifosi affacciato a una finestra del terzo piano dell’hotel che ha ospitato la squadra mercoledì notte, una corsa nei boschi ieri mattina prima dell’amichevole vista dall’interno degli spogliatoi grazie a una tv appositamente allestita per lui e i dirigenti. Ecco le uniche immagini nel ritiro di Dimaro di mister 40 milioni di euro, Gonzalo Higuain da Brest. Niente allenamenti allo stadio, niente presentazione ufficiale, niente bagno di folla nonostante una tifoseria che lo aspettava: tutto rimandato a lunedì in occasione dell’amichevole contro il Galatasaray dove potrebbe anche giocare qualche minuto visto che a Madrid si era allenato agli ordini di Ancelotti. Ieri mattina i dirigenti del Napoli hanno fatto il possibile per mettere a punto gli ultimi dettagli che avevano impedito la presentazione di giovedì sera. Dovevano essere sistemati alcuni particolari sui bonus con il Real Madrid(missione compiuta), ma soprattutto sull’accordo quinquennale con il giocatore. In una delle sale dell’hotel del Napoli le riunioni si sono susseguite quasi senza pausa e nelle ultime 48 ore il padre e il fratello di Higuain, Jorge e Nicolas, insieme ad un avvocato di loro fiducia sono stati per ore a discutere con i dirigenti azzurri per la stesura, in italiano e in spagnolo, del contratto sportivo e di quello dei diritti d’immagine che il calciatore gestisce attraverso una società personale e che da qui in avanti saranno controllati dal Napoli (eccezion fatta per quelli legati a scarpe e materiale tecnico visto l’accordo Nike-Higuain in essere). L’operazione, come succede in situazioni analoghe (per esempio Mertens), ha richiesto molto tempo e il Napoli ne era consapevole. La società ha comunque scelto di far arrivare Higuain a Dimaro nonostante ci fosse il rischio che senza la firma sul contratto non si sarebbe potuto allenare con i compagni per motivi assicurativi. I dirigenti hanno la convinzione che il viaggio del Pipita a Dimaro non sia stato un inutile spreco di tempo ed energie perché, anche se non ha iniziato a sudare e a dialogare sul campo con la squadra, ha potuto respirare l’aria del gruppo. La sua è stata una prima infarinatura in attesa della full immersion vera e proprio che si terrà sotto il Vesuvio da domani, giorno del primo allenamento (a meno di sorprese…).
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